Un numero sempre crescente di giovani decide di affrontare gli studi
universitari fuori dalla propria Regione. Le motivazioni sono tante e rispecchiano, in gran parte, il desiderio di evasione che un diciottenne può avere.
Sicuramente per molti di voi può sembrare positivo tutto questo, vista l’opportunità di fare nuove e importanti esperienze, ma quando alcuni esami iniziano a prendere parecchio tempo, sorge la responsabilità di far pagare tante spese, ottenendo scarsi risultati.
Spesso questa scelta viene fatta senza tener conto di quello che si dovrà affrontare, guidati solamente dall’irrefrenabile voglia di fare esperienza.
Ovviamente non tutti coloro che decidono di andar fuori finiscono per trovarsi bene. All’inizio, venendo meno il sostegno familiare, c’il rischio di sentirsi come dei pesci fuor d’acqua. Se, presi da tante aspirazioni, si sceglie di cambiare luogo, ci si rende subito conto delle difficoltà che questa scelta comporta: si deve prima di tutto imparare a convivere con nuove persone, poi essere in grado di gestirsi in totale autonomia. Tra l’altro, se ci sono più figli da mantenere, le spese diventano quasi insopportabili per la famiglia.
Ma vi sono anche casi in cui lo studente riesce ad integrarsi facilmente nel nuovo ambiente, trovandosi meglio che a casa, al punto che, una volta conclusi gli studi, egli non ha più desiderio di tornare. Preferisce, piuttosto, cercarsi un lavoro e stabilirsi definitivamente fuori. Ciò accade anche perché, sempre più spesso, non si trova lavoro nel proprio paese d’origine.
Se, però, la facoltà che si vuol frequentare è presente nella propria città, fino a che punto conviene una scelta di questo tipo?
Alcuni preferiscono andarsene ugualmente, perché non sopportano più la famiglia e la considerano come un vincolo. Pensano, quindi, di trovare fuori la libertà di cui hanno bisogno. Corrono anche il rischio di cadere nei vizi, soprattutto se si trovano a convivere con persone che non conoscono.
Dalla mia esperienza di universitario fuori Regione per un anno posso garantirvi che, se ce n’è possibilità, rimanere a casa è una scelta decisamente migliore. Per una questione di comodità, ma anche perché, facendo esperienza altrove, ci si rende subito conto che cambia ben poco. Del resto, non conta tanto il luogo geografico in cui una persona si trova, quanto lo stato psicologico con cui si affrontano le diverse situazioni.
Non bisogna, poi, dimenticare che, se facessero tutti la scelta di andar fuori, si arrecherebbe un grave danno alla propria terra, perché le tradizioni che ci caratterizzano svanirebbero a lungo andare. Ci sarebbe un impoverimento di braccia, di cervelli, di competenze, di potenzialità necessarie allo sviluppo sia economico che culturale. E’, quindi, opportuno fare tutte le necessarie valutazioni prima di decidere di emigrare.