La musica rappresenta una delle maggiori fonti d’intrattenimento tra i giovani. Si compone di mille sfaccettature, lasciando all’ascoltatore la possibilità di farne l’uso che crede, come dare un tono alla giornata che sta per iniziare, lasciarsi stregare dalle sue note, o allontanarsi per un po’ di tempo dalla realtà di tutti i giorni.
Una buona fetta di ascoltatori s’identifica nei testi di alcune canzoni, che finiscono per diventare l’inno di intere generazioni. Ciò fa sì che la musica d’autore sopravviva ancora oggi. Ma non dimentichiamoci dell’aspetto strumentale, quello che ha avuto i suoi maggiori consensi nel blues, nel jazz e nell’heavy metal; se le parole di una canzone possono essere ampiamente sostituite con la lettura di un libro, le note di una chitarra o di un pianoforte non possono essere compensate da nient’altro, se non dall’ascolto attento dell’appassionato.
Attualmente questo aspetto si è andato ridimensionando, a favore di una proposta più accessibile, di uso radiofonico. Si è venuta a creare una scissione tra musica ad uso e consumo di tutti e quella che, per essere compresa fino in fondo, necessita di un ascolto più approfondito e, quindi, di una propensione che difficilmente si acquisisce con il tempo. In questo caso, essa si trasforma in un’esperienza troppo personale per pretendere che tutti ne capiscano il valore. Per fare un esempio, non si può convincere una persona ad amare le sinfonie di compositori come Beethoven o Paganini, se non le suscitano alcuno stimolo.
Si tratta di un universo alternativo che dev’essere accettato in tutti i suoi aspetti, senza discriminazioni. Ma non è sempre così: c’è chi, rinchiuso nella sua testardaggine, crede di ascoltare il meglio. In realtà non esiste un meglio o un peggio, esiste solo ciò verso cui si prova maggior feeling. Un linguaggio universale, che non tutti percepiscono con la stessa intensità, ma che riscontra tra i giovani i suoi maggiori consensi. Infatti, sono pochi coloro che, oltre ad apprezzarla, cercano di riprodurla o di inventarla, facendone un uso ancor più personale.
Possiede poteri terapeutici, in quanto coloro che l’ascoltano riescono ad essere più calmi e riflessivi.
Si tratta, quindi, di una buona fonte d’intrattenimento ed è un vero peccato che delle volte venga associata all’alcool e alle droghe, o utilizzata per promuovere lo sballo fine a se stesso!