Sono già oltre 400 le firme raccolte in Contrada Botte di Potenza, per fermare la velocissima costruzione di antenne dedicate alle più svariate attività telefoniche ed elettromagnetiche.
La zona, nelle immediate porte del Capoluogo lucano, già vessata dalla presenza di numerose antenne, è la contrada potentina con il maggior numero di residenti, tutti indignati per la velocità e la mancanza di avvertenze, con le quali le antenne in maniera incontrollata stanno sorgendo a pochi metri dalle abitazioni.
Così come già avvenuto in Svezia e Danimarca, le firme raccolte saranno presto inviate alle istituzioni e in primis al Comune di Potenza, invitato a non rilasciare più alcun provvedimento amministrativo autorizzatorio, al quale la realizzazione delle strutture di antenne per la telefonia cellulare è comunque assoggettata) e all’Arpab regionale, che dovranno intervenire a tutela degli abitanti. Intanto in maniera sfacciata già la Telecom offre agli abbonati della zona un mese di prova gratis a velocità internet superiori “adesso disponibili”. I residenti esprimono chiaramente di non volere l’incremento della velocità già per altro sufficiente, se questo comporta l’installazione di nuove antenne nei pressi delle proprie abitazioni.
Una ricerca olandese sugli effetti dei campi elettromagnetici condotta già alcuni anni fa dal TNO (Netherlands Organization for Applied Scientific Research), conferma i rischi sanitari: ha esposto 72 persone ad un campo di 1 Volt/metro, alle frequenze degli Umts. Si è riscontrata una relazione statisticamente significativa tra le alterazioni allo stato di benessere dei soggetti con mal di testa, nausea, vertigini, e l’esposizione ad un campo elettromagnetico simile a quello dell’UMTS, anche in assenza di fenomeni di riscaldamento del corpo umano.
Inoltre nessuna società d’assicurazione è disposta ad assicurare le imprese che producono cellulari perché il rischio che un domani un utente, o i suoi eredi, possa fare causa per danni è giudicato incalcolabile. Gli assicuratori preferiscono andare sul sicuro. Le compagnie assicurative sono già rimaste scottate dall’amianto che, negli anni Settanta, veniva usato a tonnellate per rendere sicuri i palazzi contro gli incendi, perchè tutti sostenevano che fosse assolutamente innocuo.