Anche a Potenza il 13 febbraio donne e uomini in piazza
Pubblicato nel numero di Marzo 2011Avevano dato una delega , avevano smesso di scendere in piazza perché dai mass media, e non solo, si era favorita l’idea che la emancipazione femminile fosse stata raggiunta. Così le streghe di una volta, bollate oggi con il termine di radical chic ( a sua volta definizione , questa sì, molto snob, di stampo pseudo newyorkese) sono arrivate in piazza Sedile, così come nelle piazze di Matera, di Roma, di Milano , nelle piazze d’Italia, a ricordarci non solo che quella che tanta comunicazione contrabbanda come emancipazione femminile è voyeurismo senile e nulla ha a che fare e veder con le istanze umane e sociali dei movimenti femminili né con il successivo femminismo; ma, anche, che uomini e donne, sono vessati dalle difficoltà in cui versa la nostra società , dalla regressione economica, dal precariato a vita, impossibilitati a uscire dalla casa dei genitori, impediti dal poter immaginare il loro futuro. Ed insieme , quelli che sono insoddisfatti della insufficienza di politica, soppiantata dall’opportunismo e dalla inadeguatezza di chi governa ed amministra a interpretare i bisogni della società e a dare risposte, hanno pensato che non sia più opportuno delegare. Quelli che sono scesi in piazza dichiarano di riprendersi quella delega e cercano di far capire che l’aver continuato, responsabilmente, ad essere presenti, a lavorare- quando c’è lavoro- in ogni ambito, senza urlare, senza partecipare alla sguaiataggine ed alle volgarità manifestate in ogni modo nei programmi televisivi e nella società, quelli sì fatti per intimidire, per impedire all’ altro di parlare, ebbene quel non urlare non è tacere per acconsentire ma manifestazione assoluta di dissenso e delegittimazione di quelle sguaiataggini.