Si sta attivando fra i cittadini della Lucania un movimento di sensibilizzazione sulla concessione di una “carta di credito” di 90 € come compensazione alle attività di estrazione petrolifera. Vivace è già un gruppo promotore “Bonus. No, grazie” che intende impegnarsi per richiamare l’attenzione sul bonus benzina, ventilato come una grande conquista e che corrisponde, invece, ad un misero obolo. Le procedure farraginose per ottenere la “carta di credito”e la cifra irrisoria di 90 euro rappresentano qualcosa tra la burla e l’offesa. Secondo stime ufficiali, il 25% del petrolio nazionale è nel sottosuolo del territorio lucano. Intellettuali, semplici cittadini, artisti, alcuni, come Antonio Infantino e Ulderico Pesce, testimonial già alle prime manifestazioni, stanno denunciando la contraddizione che è nel fatto che nella Regione con il più alto indice nazionale di ricchezza pro-capite i suoi residenti automobilisti saranno “titolari di carta credito” del valore di 90 euro, cioè di uno sconto del 3%, pari a circa 5 centesimi a litro. Non si può chiudere con un “meglio di nulla”dimenticando che l’obolo è” meno di nulla”. Ad un distributore di benzina, fanno notare i promotori, abbiamo uno sconto fino a -10 centesimi per litro, se ci riforniamo con il self-service. Chi ha fatto i conti sulla operazione ha potuto evidenziare che la “carta di credito” costa 33 milioni di euro, corrispondente ad una rata che la Compagnia petrolifera attualmente paga alla Regione Basilicata in quanto concessionaria della estrazione di petrolio, cioè al petrolio estratto in quattro giorni. La Lucania continua ad essere trattata come la regione povera, quella che si può “trasformare in un discarica di rifiuti nucleari”, affermano Domenico Giordano e Fabrizio Zampagni , del gruppo promotore “Bonus. No, grazie”. La proposta, ufficializzata, tra l’altro, a Matera il 29 settembre, è quella di fare della ricchezza e del patrimonio del nostro territorio lo strumento per uno sviluppo auto propulsivo. Sarebbe, fanno notare, la risposta giusta per ridimensionare le dichiarazioni esultanti del centrodestra e quelle, espresse a livello personale, dei rappresentanti e dirigenti del centro sinistra, incapaci di esprimere, invece, dichiarazioni istituzionali. La reazione all’elemosina costituirebbe, inoltre, una obiezione alla politica delle royalty che svende le risorse della Lucania. La politica professionista cade, ancora una volta, su un caso che dovrebbe essere affrontato con decisione, si rivela stanca ed inerte, oltre che dissipatoria delle ricchezze del territorio. Meglio sarebbe, dicono quelli del gruppo, trasformare la “carta di credito”, tutti insieme, in progetti di solidarietà. Se 90 € rappresentano una indecorosa elemosina per i cittadini lucani, la somma intera, 33 milioni di euro rappresenterebbero un donativo importante per sostenere un progetto nelle aree sottosviluppate. La campagna di sensibilizzazione attivata da “Bonus. No, grazie” è ai suoi primi passi.
C’è un filo che anima e lega i cittadini da qualche mese a questa parte. La volontà di tornare ad impegnarsi, ad intervenire sulle questioni concrete, quelle che sfuggono ai professionisti della politica, pronti a dimenticare, magari approfittando delle vacanze estive.