Tagli, sforbiciate, spuntatine e ritocchi vari per un lavoro da atelier d’alta moda. La manovra del governo fa il paio con quella dei sarti alle prese con l’adattamento di un abito sobrio e firmato Tremonti. Il colore è il verde padano che “lega”, inesorabilmente, con il fondo delle tasche dei contribuenti italiani. I modelli sono tutti smunti, al solo pensiero di doversi privare di duecento e passa euro in media all’anno, per effetto di un disperato tentativo di salvare l’economia del Paese. E dire che in Basilcata, questa scena da sartoria di alto lignaggio, è stata già vissuta. Qualche giorno fa, a Policoro, nel suo gabinetto di sindaco, Nicola Lopatriello, che è anche il vice presidente dell’Anci regionale, si è fatto trovare in mutande. E’ accaduto proprio nel giorno in cui gli altri colleghi dimostravano, in piazza, il proprio dissenso su tagli così pesanti. Come dire: quando il sindaco si cala le braghe non c’è manovra che tenga. Al di là dell’immagine retorica e un po’ forte utilizzata dal primo cittadino del comune jonico, c’è una realtà di fondo che accomuna gli amministratori locali lucani ed è la condizione di reale disagio in cui si troveranno ad operare per effetto delle restrizioni introdotte dal governo. Sindaci in mutande, economia in ginocchio, meglio non andare oltre. Morale: questi brandelli di stoffa, un tempo simbolo del potere familiare, sviliti a semplice capo d’abbigliamento vengono sfilati, oggi, con seducente malizia, dai rappresentati dello Stato…di necessità.