Un paese fantasma. Così si presenta Campomaggiore Vecchia agli occhi di chi lo vede per la prima volta: un grande palazzo baronale disabitato, i resti di una chiesa diroccata, ruderi di quelli che furono una volta case, dove c’era gente, c’era vita. Ma ogni spazio vuoto, ogni luogo desolato per contrasto invita al sogno, scatena la fantasia.
E la fantasia con la sua forza vivificatrice è al centro dello spettacolo scritto e diretto dal regista melfitano Gianpiero Francese, messo in scena da un cast formato da sei attori di livello nazionale, un corpo di danza di ballerini professionisti e quattro danzatori acrobati. Dopo la frana nel 1885, Campomaggiore è stata rifondata più a monte, ma le sue mura antiche oggi rivivono grazie agli effetti di luce cangiante, alle videoproiezioni, alle coreografie aeree degli acrobati, sorretti a più di 20 metri di altezza con funi di sospensione che evocano le atmosfere del Cirque Du Soleil. Non più un paese fantasma, dunque, ma una “Città dell’Utopia”: così era stata concepita Campomaggiore al momento della sua fondazione, a fine ‘700, e questo è anche il titolo dell’evento, giunto alla seconda edizione e patrocinato dalla Regione Basilicata, dal Comune di Campomaggiore e dall’Apt. L’intento è quello di rivalutare un sito che, per l’unicità del suo paesaggio, può diventare nei prossimi anni un grande attrattore turistico.
Protagonista della storia è un giovane soldato tornato fortunosamente dalla guerra di Abissinia: del paese che conosceva, dopo la frana, è rimasto ben poco. La sua sposa, fedele al luogo del loro amore, ha preferito morire piuttosto che abbandonare la casa. Privo di ogni punto di riferimento, il soldato è sull’orlo della disperazione: ma a salvarlo dai suoi ricordi e dai suoi incubi, impersonati dalle danze convulse dei ballerini, interverrà una schiera di personaggi: la Luna, il Conte Rendina, signore del luogo, il parroco, lo spirito della terra Orbis, e la Sibilla. Realtà e fantasia si uniscono per restituire la voglia di sognare a chi ha perduto tutto. Uno spettacolo di forte impatto visivo e di grande forza poetica e simbolica, quello della “Città dell’Utopia”: una fiaba a sfondo storico che, nel piccolo scenario di un paese dimenticato, parla di speranza e voglia di riscatto. Forse quelli di un’intera regione.
Lo spettacolo andrà in scena ogni sabato e domenica alle ore 21 fino al 28 agosto; parte del ricavato sarà donato alla fondazione “Insieme per” e destinato a progetti benefici in India. Gianpiero Francese è attualmente impegnato anche nella regia del “Grande spettacolo dell’acqua” dedicato alla vita di San Gerardo Majella, che andrà in scena tutte le sere fino al 28 agosto nella cornice suggestiva del Lago di San Pietro a Monteverde (Avellino).
Per informazioni e contatti è possibile visitare i siti www.cittadellutopia.it e www.grandespettacolo.it.