UN FILM DOCUMENTARIO PRESSO IL CINEMA “IL PICCOLO” DI MATERA. PROTAGONISTA SARÀ CARLO LEVI

In data 22 novembre, alle ore 19:00, una serata speciale presso il cinema “Il Piccolo” di Matera, renderà edotto il pubblico con un film documentario di Gianni Maragno e Maurizio Ruscigno “Viaggio ai confini – Il futuro dal cuore antico” che ripercorrerà le vicissitudini di Carlo Levi.

Nell’archivio di Stato di Potenza un fascicolo incartapecorito reca la scritta: Grassano – Disastro automobilistico. Carlo Levi nel Cristo si è fermato a Eboli, cita questo disastro in occasione del suo trasferimento da Grassano a Aliano (Gagliano nel romanzo). Anzi il famosissimo romanzo ha inizio proprio con questo disastro. Gli era stato riferito che l’anno precedente l’autocarro che trasportava la banda di Grassano di ritorno da Accettura era precipitato nel dirupo. Era buio pesto il 17 settembre 1926, quando intorno alle tre del mattino, si consumò il disastro. Ad onor del vero la banda di Grassano aveva movimentato per tutta la durata del 16 settembre i festeggiamenti in onore di San Cipriano, protettore di Oliveto Lucano, e non proveniva quindi da Accettura. L’incolpevole Levi, riportava, nella sua profonda indagine dell’ambiente e dei costumi lucani anche il ricordo vivo e doloroso della formazione bandistica di Grassano che seppur datato, nella memoria collettiva, giaceva vivo e infausto, tanto che da allora i pastori evitavano di recarsi in quei paraggi la notte con le greggi per non udire le trombe dei musicanti morti tragicamente.

Il giovane Levi veniva trasportato tra due carabinieri con un’autovettura lontano dalla ferrovia che aveva uno scalo a Grassano, dove era arrivato dopo un lungo viaggio in treno e dove aveva avuto inizio il suo periodo di confino. Il motivo del trasferimento era da ricercare nella frequentazione di una donna sposata che era andato a trovarlo intrattenendosi con lui per più giorni nella taverna di Prisco. Chissà quali circostanze hanno determinato il provvedimento di allontanamento da Grassano verso l’interno! L’obiettivo era sicuramente quello di rendere più difficile la vita a chi voleva andare a trovare Levi e di conseguenza aumentare il livello di isolamento del medico pittore. Forse una richiesta del marito di lei, forse lei stessa, pentita di quello che aveva fatto e che non voleva si ripetesse? Sta di fatto che anni dopo Levi pubblicherà il lavoro letterario sul periodo trascorso in Basilicata con il titolo “Cristo si è fermato a Eboli”.

Contrariamente all’opinione di pubblico dominio che a Eboli terminava la ferrovia, la tratta in questione era entrata in esercizio già dal 1877. Quest’incongruenza ha generato la convinzione di associare la mancanza di infrastrutture al sottosviluppo dei territori ed è questo il significato sino ad ora attribuito alla denuncia leviana del degrado di quel mondo rurale e contadino. Ma era davvero questo il significato che Levi ha voluto dare al suo capolavoro, o altri motivi non esplicitati di carattere sentimentale possono averlo indotto a intitolare così la sua opera e fornire poi una spiegazione sibillina sul titolo?

Queste considerazioni si basano sul fatto che il pittore adorava la musica, come scrive nel Cristo a proposito del barbiere di Grassano che suonava il flauto e come si deduce dalla descrizione del disastro della banda di Grassano. Infatti, come è molto probabile, Levi era venuto a conoscenza, se già non lo fosse prima, di un altro disastro noto con il nome di disastro di Grassano: Il drammatico incidente che occorse al treno N. 265 proveniente da Napoli con destinazione Taranto, la mattina del 20 ottobre 1888. Il convoglio arrivato alle 5,35 del mattino nella stazione di Grassano, ripartì cinque minuti dopo ed in territorio di Salandra impattò in una frana. Ci furono molti morti e feriti. In una delle 14 carrozze del convoglio vi era una compagnia di bel canto che si recava a Corfù, per la stagione lirica che si teneva nel Nobile Teatro di S. Giacomo, in precedenza una Cattedrale dei veneziani dominatori dell’isola. Morirono il direttore d’orchestra e alcuni cantanti, altri rimasero seriamente feriti. Fu il più grande disastro ferroviario sino ad allora verificatosi, grande fu lo scalpore. Levi sicuramente doveva essere a conoscenza di questo avvenimento e forse conosceva anche le vicende dell’opera che la compagnia di bel canto avrebbe dovuto rappresentare una volta raggiunta Corfù. Si trattava del Don Carlos di Giuseppe Verdi, la versione francese in 5 atti che poi verrà riformata e rinominata Don Carlo dallo stesso Verdi.

È interessante notare dalla lettura del libretto composto da François-Joseph Mèry e Camille Du Locle come si possano desumere delle similitudini nella vicenda amorosa di Don Carlos (Tenore) e Elisabetta Di Valois (Soprano) con quella di Levi. Elisabetta di Valois, innamorata di Don Carlos fu costretta alle nozze con il Re di Spagna, padre di Don Carlos. La Principessa Eboli (Mezzosoprano) vistasi respinta da Don Carlos divenne malvagia al punto di riferire a Filippo II, re di Spagna (Basso), l’amore che esisteva tra i due, divenuti nel frattempo per un beffardo destino madre e figlio.

Carlo Levi, appassionato di arte e di musica, veniva rispettosamente chiamato Don Carlo dai contadini di Grassano prima e poi di Aliano, aveva una relazione con donna Paola, (che contrabbandava per sua cugina), che in qualche modo riconduceva al rapporto moralmente incestuoso dell’opera verdiana e sapeva bene che allontanandosi dalla ferrovia diveniva ancora più difficile per l’amata Paola poterlo incontrare. Poteva quindi il titolo “Cristo si è fermato a Eboli”, fare riferimento ad un Don Carlo abbandonato fuori dal mondo senza amore, come un povero Cristo tradito persino dalla Principessa Eboli che gli sottraeva anche l’ultimo treno per la felicità? Su questi episodi si svilupperà la trama dell’Opera melodrammatica Don Carlo Levi, dove le vicende del Don Carlo di verdiana memoria si mescolano a quelle di Don Carlo Levi. Un’Opera nell’Opera che perpetua la grande tradizione italiana del melodramma. Il Don Carlo Levi vedrà la prima assoluta il primo dicembre 2022 presso il Teatro Guerrieri di Matera.