LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE AL TEMPO DEL COVID 19

L’immagine della donna, depositaria di vita, di amore, di affetto, rimane pur sempre oggetto di discriminazione e violenze, in un mondo che fa delle differenze non un elemento di forza ed armonia, bensì un campo di conflitti e competizione. Nel giorno del 25 novembre, dedicato ad un tema così complesso e dibattuto, non si può prescindere dalla situazione attuale, flagellata dal virus.

Stiamo vivendo costretti all’isolamento sociale, in particolare noi donne che, delle relazioni sociali, siamo l’anima!

In questo spazio vuoto dobbiamo rimodulare il nostro ruolo, partendo dalla riconsiderazione e dall’abbandono  della ricerca sfrenata del benessere, semplici feticci, per votarci ad una vera crescita, sociale, culturale ed economica.

In questo isolamento intriso di paura, dobbiamo affidarci ad una riflessione non più apologetica ed apodittica della nostra sofferenza, che rischia di sfociare in una forma di integralismo autocommiseratorio.

Definiamo uno stile di vita fatto di moderazione, che rifiuta il tempo frenetico, in cui ci eravamo impantanate, e votarci a situazioni di non ritorno, esplorando il mondo che ci circonda per non chiuderci più nella sofferenza della realtà quotidiana.

Gli strumenti che ci offrono i presidi istituzionali per aiutare la donna vittima di violenza, devono essere delineati con senso di responsabilità pur nella difficoltà di situazioni limite che si sono create intorno a noi.

Purtroppo dobbiamo registrare, in questa triste ricorrenza, che non si tratta solo di donne che hanno subito violenza dal marito o dal compagno, ma vi sono tante altre forme di violenza …

Ad esempio l’ultimo decreto legge che riconosce vittime di violenza i i ragazzi rimasti soli e senza sostentamento perché privati dei genitori vittime di violenza. Chili sostiene?

Ed ancora: le donne nubili, prive di un reddito?

In questo giorno dobbiamo riprometterci di educare le nuove generazioni verso un mondo fatto di amore e tolleranza tra i sessi.