Piccolo ma fiero borgo di poco più di 3000 anime, Tramutola è il cuore verde dell’Alta Valle dell’Agri, adagiata graziosamente, a 650 metri di altitudine, su una conca naturale che degrada alle pendici dei Monti della Maddalena – lì dove si estendeva un lago in epoca pleistocenica -, vegliata e distinta dai paesi limitrofi da una singolare sentinella, l’isolato massiccio di Monticello, con il suo habitat di conifere che rappresenta un unicum per la zona. Il suo territorio, attraverso corroboranti sentieri che si inerpicano a costeggiare i suoi folti e ridenti castagneti, storicamente ha sempre assolto alla funzione di tramite e di efficace e rapida via di collegamento tra la Val d’Agri e il Vallo di Diano, e ciò ha dato origine al toponimo di Tramutola.
Il primigenio insediamento, denominato “Tramutula Vetus”, risale al IX sec. e si estendeva sul versante orientale di Monticello, sviluppatosi intorno ad un cenobio di rito greco dedicato allo Spirito Santo, “Santa Palomma”. Devastato e saccheggiato dalle scorribande saracene, agli inizi dell’anno Mille l’antico casale venne abbandonato e i suoi abitanti cercarono rifugio sul versante occidentale della vallata – dove sorge l’attuale nucleo urbano -, raccogliendosi intorno ad una piccola chiesa dedicata a San Pietro, con annesso romitorio retto da monaci basiliani, le cui prime testimonianze documentali risalgono al 1136. Dunque, come già era accaduto per l’antico villaggio, anche il casale della “Nova Tramutula” sorse intorno ad un monastero di rito greco ma la storia della Comunità Tramutolese conoscerà il suo decisivo punto di svolta nell’anno 1144 allorché, su perorazione del monaco Giovanni, Silvestro, conte di Marsico, concesse l’antico cenobio di San Pietro alla grande Abbazia Benedettina di Cava De’ Tirreni. Di lì a poco, i Benedettini fondarono un proprio monastero – che, per otto secoli, rappresenterà il vero e proprio cuore pulsante della società Tramutolese – ed innalzarono un Tempio, consacrato alla SS. Trinità – proprio come la Chiesa Abbaziale di Cava – nel 1166 dal monaco Giovanni – divenuto Vescovo di Marsico -, su richiesta dell’abate Marino di Cava. Grazie all’incessante e laboriosa opera dei Monaci, che compirono una grandiosa opera di bonifica di vaste zone paludose, il casale di Tramutola cominciò a popolarsi ed estendersi, divenendo, nel corso dei secoli, un fiorente centro urbano, posto sotto l’egida della giurisdizione civile ed ecclesiastica dell’abate Cavense: ed è proprio tale peculiarità ad aver condotto Tramutola a seguire percorsi storici, culturali, religiosi e socio-economici del tutto inediti e distinti da quelli degli altri paesi della Valle.
Tra gli accadimenti maggiormente significativi della storia di questa Comunità, che connotano in maniera indissolubile e viscerale la più autentica identità civile e religiosa del Popolo Tramutolese, spiccano gli eventi prodigiosi che segnarono questo lembo di terra nel lontano Maggio 1853.
Vincenzo Tedesco
Dottore di Ricerca in Diritto Romano e Diritto Canonico ed Ecclesiastico
Università “Sapienza” – Roma