Nella Sala dell’Arco del Palazzo di Città, sede municipale di piazza Matteotti, nel centro storico di Potenza, firmato l’accordo per la valorizzazione e la gestione della Villa Romana di Malvaccaro. A siglare il documento la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata e il Comune di Potenza. Hanno partecipato il Sindaco di Potenza, Dario De Luca, il Soprintendente Francesco Canestrini, entrambi firmatari dell’atto, l’assessore alla Cultura Roberto Falotico e il funzionario archeologo Sabrina Mutino. Presenti delegazioni del Liceo Classico ‘Orazio Flacco’, Liceo Artistico – Musicale e Coreutico ‘Walter Gropius’, Liceo Linguistico ‘L. Da Vinci’ e associazioni impegnate nella valorizzazione dei Beni culturali della Città di Potenza. Nell’accordo viene specificato come il 2 dicembre 2008 il terreno sul quale si trova la villa Romana di Malvaccaro fu stato ceduto gratuitamente dal Comune alla Soprintendenza. Le parti firmatarie dell’accordo odierno, anche per “cogliere le opportunità di crescita occupazionale nel settore dei beni culturali, promuovere, d’intesa e nell’ambito di un rapporto di leale e reciproca collaborazione istituzionale, tutte le iniziative volte al perseguimento di obiettivi integrati di valorizzazione, di promozione e di tutela del sito archeologico, comprese le iniziative di indagine archeologica e la programmazione di attività culturali di interesse comune, anche col concorso dell’iniziativa di privati e di associazioni, previo il reperimento di idonei finanziamenti di supporto”. Il documento dunque impegna le Amministrazioni interessate a porre in essere “ogni opportuna forma di collaborazione e compartecipazione, allo scopo di ottimizzare i rapporti esistenti e di creare e sviluppare tutte le condizioni per la migliore tutela, fruibilità e valorizzazione del sito, quale straordinaria risorsa per la crescita culturale della città di Potenza”. Si legge inoltre che “i resti archeologici, mobili e immobili, del sito della Villa Romana di contrada Malvaccaro di Potenza, restano in consegna alla Soprintendenza di Basilicata che, eventualmente, con il concorso di altri soggetti a ciò legittimati, curerà i relativi compiti istituzionali (tutela, conservazione, restauro, scavo archeologico, documentazione e catalogazione).
Il Comune mantiene per sé la fruizione del sito e in particolare curerà, secondo modalità da concordare con la Soprintendenza, le attività di: accoglienza, informazione e accompagnamento del pubblico e gestione dei servizi utili alla fruizione; assistenza e guida ai visitatori; servizio di bookshop e vendita di souvenir; attività di promozione culturale; servizi di caffetteria e ristorazione. Il Comune provvederà alla vigilanza del sito archeologico con proprio personale già in servizio. Per la gestione delle attività di valorizzazione il Comune, sentita la Soprintendenza, potrà avvalersi della collaborazione di altri soggetti”. Dopo la presentazione del sito curata dalla Mutino, sull’accordo, che ha una durata triennale, rinnovabile, il Sindaco ha espresso la propria soddisfazione e il proprio apprezzamento per l’intesa e per il lavoro svolto in questi anni dalla Soprintendenza, sollecitando i giovani presenti “a impegnarsi nello studio, anche per quanto riguarda i beni storici e architettonici della nostra città, sia per valorizzarli come meritano, sia perché quello stesso studio può rappresentare un’occasione per futuri sbocchi professionali e occupazionali”. Il Soprintendente ha sottolineato l’importanza storica del sito, “uno degli elementi di maggior rilievo nell’ambito archeologico per Potenza e, attraverso lo strumento del ‘vincolo’, continueremo a difenderlo e a garantire a esso l’attenzione e il riguardo opportuni”. L’assessore Falotico ha chiuso gli interventi ricordando come “la proficua collaborazione tra Comune e Soprintendenza prosegua da anni” e ponendo l’accento “sull’importanza che la valorizzazione dei beni archeologici riveste per la nostra Città. La Villa Romana può e deve entrare in un circuito culturale e turistico, che insieme ai due Musei, Nazionale e Provinciale, al Museo Diocesano e agli altri attrattori presenti sul nostro territorio, andare a costituire una proposta articolata e di grande interesse, in grado di intercettare flussi turistici e visitatori che vogliano apprezzare la ricchezza dei beni che alla nostra Comunità sono affidati e che siamo chiamati a curare e custodire”.