In una Sala dell’Arco gremita, il Sindaco di Potenza Dario De Luca, l’assessore alla Cultura e delegato per l’Amministrazione per le celebrazioni gerardiane, Roberto Falotico, l’arcivescovo della Diocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo, monsignor Salvatore Ligorio, il delegato della diocesi per le celebrazioni geradiane, don Dino Lasalvia, alla presenza del Questore Alfredo Anzalone e delle altre autorità religiose, civili e militari, hanno presentato il calendario dei 70 eventi e 171 appuntamenti che compongono il programma delle celebrazioni previste per l’Anno Gerardiano, SANGERARDO900, a nove secoli dalla morte del Santo Patrono della Città di Potenza, San Gerardo La Porta. “Uno sforzo imponente che porrà la città di Potenza all’attenzione locale e nazionale, e che ci vedrà impegnati, l’Amministrazione, la Diocesi e tutti i potentini, per onorare la figura di un Sant’uomo, un Santo sacerdote, un Santo Vescovo, che si è donato completamente alla nostra terra e al nostro popolo e nel quale, il nostro popolo ha riscoperto e riscopre ancora oggi, quella unità di valori, quella tradizione di fede e quella comune speranza che ne hanno contraddistinto e ne contraddistinguono il suo essere comunità”. L’arcivescovo Ligorio ha evidenziato come la diocesi abbia “già avviato alcune attività spirituali come la visita della Madonna di Viggiano a Potenza e l’invito del vescovo di Piacenza a Potenza. Intende dedicare un intero anno pastorale alla vita di san Gerardo, focalizzando di più l’aspetto della donazione. San Gerardo si è donato venendo da Piacenza a Potenza e con la sua oblazione ha trasformato Potenza in una città. L’obiettivo pedagogico è quello di esercitarsi alla donazione con la certezza che essa sia l’unica strada per la civiltà, la civiltà dell’amore. E’ da notare che tutte le attività culturali del 2019 saranno offerte gratuitamente da tutte le associazioni coinvolte. Segno positivo che va nella direzione giusta. un patrono che ha donato gratuitamente se stesso rivive nella gratuità della città che protegge”. “Potremmo definirlo, – ha evidenziato l’assessore Falotico – sperando di non offendere la memoria di un grande personaggio storico, sociale e religioso di Potenza, un emigrante al contrario, colui che da Piacenza a Potenza scelse di dedicarsi alla nostra città e alla nostra Diocesi, con una missione pastorale il cui obiettivo primo era quello di far crescere una comunità evitando chiusure e, contestualmente, riconoscendole le forti radici valoriali. Un’idea nata da lontano e concretizzata con un percorso condiviso tra Amministrazione comunale e l’Arcidiocesi. Confronti continui e articolati con monsignor Ligorio, che si è confermato guida sapiente e ispiratrice dei punti cardine attorno ai quali abbiamo sviluppato il percorso profondamente condiviso, e con tutti coloro i quali stanno lavorando da mesi con lui, penso a don Dino Lasalvia, don Vito Telesca, don Antonio Savone, che hanno perseguito e credo realizzato una concettualizzazione dell’evento come momento di riflessione e contestualmente di azione, realizzando un programma che percorrere due vie parallele. Quello pastorale che vede in primis l’Arcidiocesi impegnata a definirne tappe e contenuti, e quello civile e culturale, al quale, con il mio assessorato, stiamo lavorando, con l’abnegazione del dirigente Giancarlo Grano e del funzionario Antonio Capozza, grazie all’esperienza e al senso del dovere dei quali, stiamo dimostrando come la Pubblica amministrazione possa produrre ottimi risultati, anche in momenti nei quali dispone di risorse economiche, limitatissime se non del tutto assenti. Il programma di SANGERARDO900 ha l’obiettivo dichiarato di far riappropriare la memoria collettiva della figura del Santo Patrono, che però è anche quella dell’uomo, dell’educatore, di chi sceglie di donarsi totalmente a una comunità diversa da quella di origine, ma che lo adotterà come fosse stata da sempre la sua, in uno scambio reciproco di “dare”, “donare”, concetti vivi nel passato e che oggi rischiano, perché soffocati da egoismi e chiusure fisiche e mentali. E, in quest’ottica, lo spirito di aprire a tutti, affinché tutti possano vivere da protagonisti un anno che per noi sarà di grande importanza morale e progettuale. La partecipazione e il coinvolgimento, vissute non solo come incisi, ma come parole chiave del percorso che stiamo per intraprendere, così da giungere al riconoscimento autentico e concreto dei valori sottesi alla vita del Santo. Miriamo a definire un metodo organizzativo che coniughi necessità di seguire un filo storico di ricerca e recupero della memoria, con la necessaria innovazione e coinvolgimento della popolazione, in un processo necessario di nuova etica, secondo il quale tutti i soggetti partecipano alla costruzione del bene comune, la cosiddetta societing. Intendiamo coinvolgere chiunque voglia aprirsi in maniera propositiva al concetto di ‘abitante culturale’, vale a dire quell’individuo che abita il territorio in maniera consapevole e propositiva, raccontando il passato e immaginando il presente e il futuro, con una ricerca che scientificamente tracci i punti di congiunzione con tutti quei territori che, in maniera analoga, hanno vissuto la storia e stanno generando la nostra stessa energia positiva. Abbiamo la volontà di rafforzare la cittadinanza culturale, incrementare le relazioni internazionali, valorizzare un movimento emergente di coinvolgimento della comunità in un processo di continua evoluzione e tensione, facendo di Potenza il volano di un sistema di crescita e sviluppo dell’innovazione dell’area interna della Basilicata, un fulcro di cambiamento e di nuovo rinascimento culturale”. A chiudere gli interventi quello di don Dino Lasalvia, nel corso del quale, il sacerdote ha avuto modo di soffermarsi sul “bisogno di non fare provenire gli elementi che possono cementare una comunità dalla mitologia. Abbiamo bisogno di storia. E la vita di san Gerardo supera ogni rappresentazione meravigliosa. Non è questione solo di parlare di miracoli, che sembra siano stati all’epoca molto creduti tanto da portare san Gerardo sugli altari quasi a furor di popolo. C’è bisogno di sapere che un uomo, un prete, che proveniva da una città lontana come Piacenza, ha dato la sua vita per l’emancipazione di un’intera città. È qui il segreto del nostro patrono. Una comunità custodisce la memoria di un miracolo solo quando è educato a riconoscere che la forma della sua civiltà proviene dalla donazione della vita di un singolo per amore degli altri. San Gerardo, da bravo educatore, ha trasformato Potenza partendo da qui, ben sapendo che non ci può essere nessun inizio pedagogico se non si parte dall’offerta di se stessi. Qualche anno fa, ne parlai con monsignor Ligorio, nostro arcivescovo, e poi con degli amici fidati, e trovarono che questa idea poteva essere coinvolgente. Ed avevano ragione. Sembra che le istituzioni e le associazioni non stessero aspettando altro che un elemento intorno a cui coagulare le proprie attività. E che l’ispirazione a celebrare il nostro Santo sia stata sentita come vivificante l’ho notato vedendo il cartellone delle attività sociali, ludiche, culturali e spirituali che sono nate per questo periodo, e tutte senza la promessa di ricevere qualcosa in cambio dal punto di vista economico. In questo modo è stato già raggiunto uno dei primi scopi che mi ero ripromesso di fare: che tutti insieme sperimentassimo che il volontariato è possibile, semplicemente per il bello di farlo, e che in questo senso non bisogna parlare di spesa ma di investimento per il futuro”.