Poco distante dal capoluogo di regione, ai piedi del Monte Camine, sorge Avigliano. Certamente conosciuta da tutti per il suo “baccalà”, Avigliano si contraddistingue per essere stata in passato il “covo” dei briganti. Come scrive l’antropologo Quirino Bianchi: “Giunto a questo punto, non posso tralasciare di dire che nella Basilicata, la sola Avigliano tra cento città assalite e saccheggiate seppe con eroismo degno di alta considerazione respingere i briganti ed infliggere ad essi una solenne sconfitta fuori le sue mura.”
Terra dei briganti, le sue campagne e i suoi boschi costituivano nuclei comandati dai lucani Carmine Crocco di Rionero, Giuseppe Nicola Summa alias Ninco Nanco e Giovanni Coppa entrambi di Avigliano.
Ma di questi briganti e del loro passaggio, che cosa ricordiamo?
Tantissime sono le testimonianze. La loro storia, il loro percorso è documentato e raccontato attraverso film, rappresentazioni teatrali, canzoni e altro ancora. Proprio al centro della città, nella sua piazza principale dedicata al giurista Emanuele Gianturco, è presente un attestato del brigantaggio. Qui infatti, all’”arco della pizza” fu esposta al pubblico ludibrio la salma di Ninco Nanco ucciso presso Lagopesole il 13 marzo 1864. Il gancio a cui fu “appeso” è ancora oggi ben visibile.
Considerando che Avigliano per molto tempo è stata il nido dei briganti, mi viene facile pensare che, molto probabilmente nei suoi sotterranei, nel suo sottosuolo potevano esserci una serie di passaggi segreti e vie di fuga.
Uno di questi “passaggi segreti” è stato ritrovato. Non sappiamo se sia stato davvero un tunnel usato da questi fuorilegge o se sia solo una leggenda. Ciò che è certo è che il passaggio esiste. Donato Imbrenda nel suo libro “Villianae un’ipotesi su Avigliano” ne riporta una foto. Oggi probabilmente è franato ma, fino a non molto tempo fa i più temerai si sono avventurati all’interno del cunicolo. Il passaggio segreto si trova nella periferia di Avigliano, verso la Madonna delle Grazie presso villa Corbo. Qui sono state rinvenute due grotte: una soprannominata “paradiso” e l’altra “inferno”. La prima è un sottopassaggio che sbuca a Palazzo Corbo ( uno dei palazzi più importanti di Avigliano, costruito nel XVI secolo e dimora della famiglia Corbo giunta in paese nel 1315). L’ altro invece, chiamato anche la “porta dell’inferno” è denominato così perchè sull’architrave della grotta sono stati ritovati i versi danteschi: ” lasciate ogni speranza voi che entrate.”
Di questo secondo tunnel, non abbiamo ulteriori notizie.
Sarà stato davvero il passaggio dei briganti? E se così non è, qual era allora il suo scopo?