La Fondazione Adriano Olivetti e l’Istituto Internazionale Jacques Maritain presentano il volume – edito da Edizioni di Comunità – Per un’economia più umana. Adriano Olivetti e Jacques Maritain. Il libro pubblica gli atti del convegno tenutosi a Roma, presso la Commissione Nazionale per l’UNESCO, negli scorsi mesi a cui hanno preso parte, oltre ad illustri studiosi, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
Adriano Olivetti e Jacques Maritain: un imprenditore ed un filosofo, due esistenze profondamente differenti che da prospettive diverse hanno creduto in un progetto straordinario che vedeva nella persona la vera ricchezza. Il profondo rispetto della persona e della sua dignità unisce il sogno industriale dell’imprenditore di Ivrea alla visione antropologica del filosofo francese. La riflessione personalista e comunitaria di Maritain ha influenzato il pensiero sociale di Olivetti tanto che la sua impresa, fondata sull’interazione tra profitto, territorio e comunità può porsi a modello per il suo interesse prioritario per la persona, un’azienda in cui il profitto era conseguente al benessere del lavoratore. Nell’ottica dell’industriale il lavoro deve accompagnare la persona nell’elevazione morale e nel riscatto sociale, suo, del territorio e delle genti che lo popolano. Con il suo agire Olivetti è riuscito a legare il lavoro alla società, l’interesse del profitto con gli interessi degli operai, mettendo in pratica quanto il suo “amico” d’oltralpe – numerose sono le corrispondenze attestate tra il 1946 e il 1952 – sosteneva in Umanesimo Integrale (a lui si deve la pubblicazione in lingua italiana di alcune fondamentali opere maritainiane). Le fabbriche di Olivetti erano comunità di persone che nel lavorare per produrre guadagno operavano per la promozione dell’umano. Il fine – sostenuto anche dal filosofo – della comunità era collaborare al raggiungimento del Bene Comune, un impegno costante e continuo a migliorare la “condizione umana”, dunque, un fine etico più che economico.
L’operato di Olivetti è ben visibile nella nostra regione, soprattutto a Matera. La Capitale della Cultura ospiterà la presentazione, non solo in vista del 2019, ma per il grande legame con l’imprenditore. Borgo La Martella è l’esempio di come la fiducia di Maritain nella persona ben si concilia con la positività della prassi dell’ingegnere. Nel 1950, infatti, dopo aver letto in Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi delle condizioni di estremo disagio in cui versava la Città dei Sassi, si impegnò nel progetto di rivalutazione della “capitale simbolica del mondo contadino” col fine di restituire dignità e cittadinanza alle persone. Con il supporto dell’antropologo Sacco e del professor Friedman, istituì una commissione di studio sui Sassi e progettò il Borgo secondo le esigenze dei futuri cittadini. L’idea di fondo di Olivetti era quella di costruire un borgo residenziale capace di raccogliere tutti gli abitanti dei Sassi e di porsi come centro di propulsione e di sviluppo per la persona e per l’economia della Città. Straordinario esempio di architettura e politica partecipata – prospettava ai materani una qualità di vita migliore e li coinvolgeva nella progettazione del nuovo rione – vedeva nella Comunità la vera forza per il riscatto e la redenzione di Matera, della Basilicata e dell’intero Sud. È la Comunità di persone, teorizzata dal francese e resa concreta nelle attività del piemontese, a rendere l’economia più umana.
Venerdì 24 marzo, alle 16.30 presso l’Aula Sassu del DiCEM (Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo) dell’Università degli Studi della Basilicata, ai saluti istituzionali del Sindaco della Città Raffaello De Ruggieri, della Dirigente della Regione Basilicata Patrizia Minardi, del professor Mirizzi dell’Università degli Studi della Basilicata e di Teresa Fiordelisi, Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Laurenzana e Nova Siri, seguiranno gli interventi di Giuseppe Romaniello, Manager amministrativo-finanziario della Fondazione Matera-Basilicata 2019, di Annalisa Percoco, Ricercatrice della Fondazione Eni Enrico Mattei, del Segretario Generale della Fondazione Adriano Olivetti Beniamino De’ Liguori Carino e di Gennaro Giuseppe Curcio Segretario Generale dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain di Roma. Giampaolo D’Andrea, Capo di Gabinetto de Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, concluderà l’incontro.
Il pomeriggio dedicato all’approfondimento dell’economia più umana è il primo di molti altri appuntamenti culturali che nel futuro prossimo caratterizzeranno la nostra Regione. La Cattedra Maritain istituita nella nostra Università dall’Istituto Internazionale Jacques Maritain di Roma e il Polo Internazionale delle Culture del Mediterraneo di San Chirico Raparo renderanno la Basilicata centro della cultura più autentica. Una cultura personalista, che si occupa e preoccupa della persona, in grado di allargare i propri orizzonti aprendosi al Mediterraneo accogliendo ed includendo tutti i popoli.
Le riflessioni sull’economia, la persona e lo sviluppo integrale potranno sostenere la nostra Regione, quale sede di aziende nazionali e multinazionali, nel porsi a modello tangibile dell’Antro-Economia di Maritain e Olivetti. Se per la “Olivetti” è stato possibile perché non può esserlo ancora? La “crisi” che caratterizza il nostro tempo, prima di essere crisi civile, economica, politica e sociale è crisi antropologica, dovuta allo smarrimento del senso della nostra esistenza e dei valori più autentici che devono caratterizzarla. Maritain e Olivetti possono porsi a guida di questo percorso di riscoperta che deve condurci alla meta del valore umano.