Il progetto di sviluppo della prima filiera del biscotto certificato italiano promosso da Coldiretti Basilicata è stato al centro della visita del governatore lucano, Marcello Pittella, allo stabilimento di Matera della Di Leo Pietro, l’azienda nata nel 1860 e impegnata nella produzione e commercializzazione di prodotti da forno. Il governatore lucano, insieme a Piergiorgio Quarto e Francesco Manzari, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Basilicata e ad alcuni produttori cerealicoli della cooperativa agricola ‘Le Matine’ di Matera, hanno visitato lo stabilimento guidati Pietro Di Leo, amministratore unico dell’azienda che da qualche mese è partner di Coldiretti Basilicata nello sviluppo della prima filiera del biscotto certificato italiano. Il progetto prevede che Di Leo inizi a impiegare grano ‘Bramante’ seminato nel materano da dieci produttori cerealicoli della cooperativa agricola ‘Le Matine’ per la produzione dei biscotti Fattincasa ‘gusto equilibrato’. “Quello sottoscritto a dicembre è un accordo che ha alla base grandi valori – ha spiegato il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto, a margine della visita – innanzitutto il voler bene alle nuove generazioni, le quali sono coloro che più consumano i biscotti e sono più spesso vittime inconsapevoli di obesità per una alimentazione il più delle volte con scarsa tracciabilità e fatta da grani di dubbia provenienza. Per questo ringraziamo Pietro Di Leo, che ancora una volta ha saputo leggere nelle righe imprenditoriali le esigenze della società e coinvolgere imprenditori agricoli della sua terra, che hanno vissuto un anno commerciale tra i più devastanti dal punto di vista economico degli ultimi tempi con prezzi al minimo storico, offrendo loro la giusta remuneratività del prodotto cerealicolo andando oltre le penalizzazioni rese dalle quotazioni di mercato”. Per il direttore di Coldiretti Basilicata, Manzari, “ il progetto messo a punto dalla Di Leo e da Coldiretti è la risposta all’accordo Ceta tra Italia e Canada che altro non è che un grande regalo alle grandi lobby industriali che nell’alimentare puntano all’omologazione e al livellamento verso il basso della qualità. In pericolo non ci sono solo la produzione di grano e la vita di circa trentamila aziende agricole che lo coltivano, ma anche un territorio di circa 200 mila ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy”. Durante l’incontro è stato mostrato anche il cartello identificativo dei campi materani coltivati a grano tenero Bramante.
Matera 9 marzo 2017