Un seminario di studio, tra le iniziative collaterali al Museo dell’Emigrazione Lucana, si è tenuto il 25 novembre scorso ad Avigliano, nel Palazzo di Città, sulla figura di Leonard Covello, “un personaggio del secolo scorso ma con un pensiero contemporaneo”, come lo ha definito l’assessore alla promozione del territorio Vito Lucia.
Leonard, nato ad Avigliano nel 1887, precisamente nel quartiere noto come “Lu castiedd”, è costretto presto a lasciare la propria terra per raggiungere il padre nel Nuovo Mondo, inserendosi, così, in quel flusso di 758000 migranti che lasciarono la Lucania tra il 1850 e il 2005. Leonardo Luigi Coviello, a causa dei problemi di comunicazione derivanti dalla nuova lingua, divenne Leonard Covello, uno dei personaggi simbolo dell’emigrazione lucana, la cui storia è presentata anche nel Museo dell’Emigrazione Lucana, sito nel castello di Lagopesole.
Dopo i primi problemi sia economici che di integrazione sociale, Leonard si distinse presto per la sua tenacia, opponendosi con grande forza alla cancellazione dell’identità culturale degli emigrati, ritenendo che ogni popolo abbia il diritto di conservare la propria cultura seppur sia necessario realizzare una certa uniformità con i popoli ospitanti. Laureatosi in pedagogia e sociologia, nel 1922 creò il dipartimento di cultura italiana nelle scuole statunitensi, nel 1924 fondò la Casa della Cultura Italiana e nel 1934 ralizzò, con il beneplacito delle autorità, una scuola-comunità nel multietnico quartiere dell’East Harlem, la Benjamin Franklin High School, sostenendo che la scuola debba essere posta al centro dell’intera comunità. Tutta la sua pedagogia e attività culturale è raccolta nel racconto autobiografico “The heart is THE teacher”, che si auspica sia presto disponibile in traduzione italiana, per l’estrema attualità di pensiero.
A riscoprire la sua biografia e a volerla fortemente portare in auge è stato lo studioso Aviglianese Gennaro Claps, scomparso lo scorso 31 ottobre: una conoscenza personale avvenuta durante un ritorno di Leonard “a casa”, negli anni ’70. Da allora Claps custodì gelosamente un fascicoletto che parlava di questa importante ma ignota personalità Aviglianese, oggi confluito non solo nel Museo ma anche nell’ ultima opera di Claps, che ha visto la luce solo dopo la sua dipartita e che in questa sede è stata presentata dalla nipote Anthea.
Una serata commemorativa, dunque, dedicata a due grandi figure della storia non solo aviglianese, perché, come ha affermato Luigi Scaglione, “solo chi non ha conoscenza del passato non potrà costruire il suo futuro”.
è, invece, necessario, sostiene il Dirigente generale del Consiglio regionale Domenico Tripaldi, “recuperare questo patrimonio per creare una rete anche con i nuovi migranti”.
Mariassunta Telesca