Come di consueto a Giuliano, una delle più antiche contrade potentine, i festeggiamenti riservati alla celebrazione della Santissima Maria Ausiliatrice, si confermano uno degli appuntamenti più sentiti e attesi da tutta la comunità che oltre ad avere un forte valore religioso, hanno una forte valenza antropologica e sociale.
Quest’anno ad intrattenere le numerose persone che ogni anno si recano in questo piccolo borgo, oltre ai giochi e riti tradizionali, il “palinsesto” prevedeva, per la serata del 22 maggio, il concerto di uno dei grandi cantautori italiani: AMEDEO MINGHI.
Puntuale e preciso, alle 21:30, avvolto da un’eleganza innata, sale sul palco e con sobria raffinatezza apre il suo concerto con tre dei suoi brani più famosi. Poi si ferma, sorride, scherza e prima di ricominciare a cantare, si racconta un po’ al pubblico. Parla di sé, delle sue canzoni e di quello che vuole trasmettere. Descrive i suoi concerti come “dei luoghi in cui ci si può incontrare all’aperto, nelle piazze, ed è un’occasione per entrambi ( lui e il pubblico) per conoscersi e riconoscersi”.
I suoi componimenti sono un viaggio tra passato e presente, tra quello che era e quello che è diventato dopo 50 anni di carriera.
Esegue una carrellata di canzoni, facendo sempre precedere l’esecuzione del pezzo da un commento atto a spiegare il messaggio,l’emozione che voleva trasmettere nel momento in cui ha composto il testo. Due sono i brani sui quali si sofferma con più attenzione: “I ricordi del cuore” che definisce come: << uno dei brani più importanti che ha segnato la mia esperienza musicale. I ricordi arrivano quando meno te l’aspetti, non puoi scappare da loro, sono dentro di noi. Possiamo solo subirli, a volte sono belli, altre volte aprono ferite, ma non possiamo fuggire, ci vengono a trovare sempre, sono molto più forti di noi.>> L’altro componimento che descrive con maggiore premura e con un filo di emozione, la cui esecuzione è accompagnata dalla proiezione di un video, è: “un uomo venuto da molto lontano”
Dopo due ore di concerto, sulle note di “La speranza” abbandona il palco e il suo pubblico che, in questa piacevole serata di fine maggio, si è lasciata “cullare” dalle sue dolci e un po’ malinconiche note.