E’ una vita fatta di abbracci, quella della poetessa Virginia Grassi. Abbracci nel senso pieno della parola. Abbracci per dirsi addio, per dirsi arrivederci, per dirsi, più semplicemente, ti voglio bene, voglio bene al mondo.
Sulla sua schiena una vita di affetto, dato e ricevuto, di lunghi viaggi, di posti amati e lasciati nel cuore, tra la Lucania ed il Trentino. Emozioni, che Virginia stende sulla carta e diventano, magicamente, poesia.
C’è anche Virginia Grassi, di diritto, tra i poeti contemporanei, con il candore dei suoi versi primigeni, con la naturalezza della sua penna, con la saggezza della sua esperienza, con la libertà dei suoi pensieri, Al Lucano Magazine ha raccontato qualcosa di sé, senza esitazioni e con la disponibilità che tutti le riconoscono.
Virginia Grassi, poetessa e scrittrice di talento, ama definirsi per metà trentina e per metà lucana. Può spiegarci perché e a quale terra si sente, intimamente più legata? Amo le due regioni con la stessa intensità di sentimenti, il Trentino dove sono nata e vissuta, senza mai tagliare il cordone ombelicale, conservando ricordi e casa natale. La Basilicata dove sono stata magnificamente accolta dalla gente lucana poco più che trentenne. La loro innata ospitalità mi ha fatto sentire subito bene accetta. Ho dato e ricevuto rispetto, ho cercato di amare e apprezzare la loro cultura, le tradizioni, le bellezze naturali. In questa terra di artisti e di poeti ho potuto affinare la poetica che da sempre mi appartiene. Mi è difficile distinguere a quale delle due terre mi senta più legata. Credo comunque che quando volge alla sera, sia naturale sentire il forte richiamo delle proprie radici. Lassù, malgrado sia nata nei tempi difficili di guerra, dove allora la povertà era patrimonio comune, vi sono i ricordi di un’infanzia serena con i miei fratelli e due splendidi genitori. Il paese di allora, coronato dalle stupende Dolomiti Adamello – Brenta, era un’unica grande famiglia, unita da un forte senso di solidarietà.
Si definisce più scrittrice o più poetessa? Mi è impossibile rispondere alla sua domanda. Credo che prevalga la poesia: la stessa che accompagna anche il racconto. La mia narrativa si ispira quasi sempre alla realtà che ci circonda, fatta di storie dolorose; amarezze, delusioni e la solitudine, che passando attraverso l’atmosfera magica della poesia del cuore, allevia la sofferenza e incoraggia a sperare in un futuro migliore. Oggi viviamo in un mondo che la tecnologia ha reso sempre più piccolo. Questo mi porta a dover raccontare sempre più storie di sofferenza, specialmente quelle dei bambini. Tema, questo, a cui mi sento molto legata. Nella mia poesia prevale l’ispirazione per la natura: il sole, la luna, le stelle, la neve, il vento, le stagioni che segnano il trascorrere della nostra vita, la montagna dove sono nata, le meravigliose Dolomiti, i suoi boschi, le valli in fiore, le acque trasparenti dei ruscelli, che scorrendo tra i massi e rumoreggiando scendono a valle.
Le alte cime sembrano sfiorare il cielo e nel mistico silenzio della notte si può percepire un concerto di voci sconosciute, che dalla montagna si elevano nell’universo. Su questi temi s’incentra la mia poetica.
C’è un racconto od una poesia a cui si sente maggiormente legata e per quale motivo? “Silenziosa Luna“, una poesia di denuncia contro la pedofilia e la violenza verso i bambini. Creature innocenti restano spesso vittime della crudeltà degli adulti. In un mondo così materialistico e adultocentrico, il bambino è spesso vittima di soprusi e violenze degli adulti, che sempre più restano indifferenti verso la sua sofferenza.
La solitudine, la guerra, le amarezze personali e quelle sociali, la morte delle persone care, i ricordi difficili, gli anni duri. Dov’è la salvezza umana, secondo Lei? Nei vari dolorosi eventi che la vita riserva, è stato per me importante avere la fede. Ho sempre cercato dentro di me la speranza in un nuovo giorno migliore. Per chi crede, la via della salvezza umana l’ha indicata Gesù. Noi tutti possiamo rendere migliore il mondo, liberandoci dai nostri egoismi, da sentimenti di invidia, rancori, indifferenza al dolore altrui. Occorre credere nella forza dell’amore e della solidarietà.
Qual é il suo sogno nel cassetto di scrittrice e di poetessa ? Qual è il suo sogno nel cassetto
di donna? Sento di avere tanto ancora da dare alla narrativa e alla poesia, spero di avere la fortuna di poterlo fare. Ora che la mano del tempo inizia a lasciare i suoi segni, desidero essere benvoluta e rispettata. La poesia è anche sogno; io, con la poesia, in questo mondo che sembra sempre più imbruttirsi, continuo a sognare.
Tracciando un bilancio parziale della sua carriera di scrittrice e poetessa, quale traguardo sente di aver realizzato? Ho realizzato il desiderio che i miei scritti fossero giudicati da noti critici letterari, certa d’avere giudizi veritieri. Questo l’ho fatto partecipando a molti concorsi nazionali di poesia e narrativa. Ho ricevuto giudizi gratificanti. Non sono una letterata, scrivo con la penna del cuore. C’è ancora l’esigenza di ascoltare le emozioni del cuore.
Virginia Grassi poetessa e narratrice, Virginia Grassi donna impegnata nel sociale, Presidente (ora onorario) del Movimento per l’Infanzia di Basilicata. Ci può sintetizzare, in breve, questa sua esperienza? L’esperienza del “Movimento per l’Infanzia” di Basilicata mi ha coinvolta completamente, perché ho vissuto con totale partecipazione la realtà ed i problemi del mondo dell’infanzia, insieme a tante valide collaboratrici, alle quali adesso ho passato il testimone nella direzione del Movimento. L’esperienza fatta nel < Movimento per l’Infanzia > lascerà un segno indelebile nella mia vita.
Ci può fornire una sua definizione dell’amore? Ed una della vita? Ed una della poesia? L’amore è il sentimento più nobile della vita, fa soffrire e fa gioire. Tutto il nostro universo vive sull’onda dell’amore e di tutta la meravigliosa natura della terra, che l’uomo spesso non sa apprezzare e rispettare. Che dire della vita? Una sola definizione, è il sublime dono del creato. La poesia è il canto dell’anima, il tenero linguaggio del cuore, è sogno e libertà, è momento magico, è perfino urlo liberatorio.
Fare poesia significa dialogare con se stessi e con gli altri. La poesia ha il potere magico di sollevare lo spirito in direzione della luce e lenire il tormento interiore, che la vita spesso ci riserva. Nelle mie poesie, affido le emozioni al vento. Nell’immensità, quelle emozioni si fanno poesia.