Il Marchese Mirco – Book Sprint Edizioni è un romanzo di pura immaginazione, il cui testo segue una linea antica ma non storica. L’autore Alessandro Carlomagno, trentaseienne lucano di Castelluccio Inferiore, è un conducente di autobus con la passione per la scrittura, la lettura e i viaggi. Questo libro si sviluppa, quindi, tra i luoghi che ha visitato grazie ai viaggi fatti in tutta Europa per il suo lavoro precedente e il palazzo marchesiale del suo paese d’origine. Una storia che nasce come avventura, per poi intrecciarsi in una storia d’amore incatenandosi per sempre in una missione. All’interno del libro le immagini, disegnate dalla sorella dell’autore, consentono al lettore di comprendere meglio ciò che il romanzo descrive. L’autore spiega che la stesura del suo racconto è iniziata proprio in una di quelle notti dove non hai desiderio alcuno se non quello di sognare per non pensare alle stranezze della vita, inoltre, scrive per sognare e per il semplice gusto di farlo, traghettandosi del tutto in un mondo diverso in un luogo dove sognare è molto più semplice.
Il racconto parla di un giovane Marchese molto adagiato sugli allori e benefici del rango di famiglia, figlio del Duca Ettore di Nerulum e della Duchessa Caterina; una coppia che riesce a tenere ben salda la struttura del Regno e avendo risposto la spada nel fodero mantiene con i regni e i feudi limitrofi intese commerciali di notevole guadagno. Mirko, dopo aver ricevuto in dote il Feudo di Castelluccio e dopo aver delegato il padre alla guida
della costruzione di un palazzo rappresentativo, decide di affrontare un viaggio allo scopo di conoscere ciò che dimora oltre le mura del regno di Nerulum. A tal proposito cavalca sino a Napoli ove s’imbarca sulla nave Pandora alla vola di Genova. Ciro l’indigeno, lupo di mare e comandante della nave, farà conoscere il mondo orientale. L’incontro con un conte, avvenuto dopo un mille peripezie, contribuirà alla crescita di Mirko, che si convretizzerà in una cappella sulla costa scozzese dove incontrerà Sua Santità Papa Varix.
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