Come veniamo rappresentate? E’ questo l’interrogativo posto da una mostra che mette insieme immagini femminili così come le troviamo, spesso, sulle copertine o sfogliando le pagine interne dei giornali. “Dissonanze. Realtà e rappresentazione delle donne” le propone in una raccolta dalla quale si evince un mondo dove è difficile per le donne riconoscersi perché molto lontano dalla quotidianità che vivono. Allestita per la prima volta nel 2009, la mostra ritorna dopo aver constatato tristemente che il quadro non è cambiato. Carta stampata, televisioni ancora presentano un’iconografia distorta e “leggera” che accosta la donna a prodotti di consumo di ogni genere. Una situazione poco esaltante se si considerano i modi poco nobili con cui l’immagine viene avanzata e la sua pertinenza al prodotto che si vuole lanciare. E che va soprattutto a minare, come sottolinea Luana Franchini ideatrice e curatrice della mostra, la credibilità delle donne quindi la stessa parità.
Se a livello legislativo infatti sono da tempo cadute le disuguaglianze tra uomo e donna, a livello culturale i passi indietro sono ancora evidenti. Disparità di trattamento economico, di accesso alle carriere persistono frapponendosi a quelle pari opportunità verso cui le società tendono. La pari credibilità decresce sottotraccia, ostacolata dai mass-media che se da un lato promuovono l’uguaglianza di genere dall’altro pubblicano un numero alto di immagini glamour di donne nei loro spazi pubblicitari.
La mostra è presentata attraverso tre colori: il bianco, il nero e il rosa. Sono tre simboli che rinviano agli alti e bassi della vita delle donne (bianco e nero) e il fascino delle stesse (rosa) che alimenta stereotipi. Ma propone anche messaggi di tutt’altro tenore. Sono quelli positivi di riscatto relativi a donne che hanno vissuto situazioni difficili; di giornali le cui copertine non mostrano donne ma titoli da cui si evince la loro determinazione in ambito politico e sociale, o parlano di donne diventate note per il loro impegno e dedizione al lavoro nel campo della ricerca, della scienza, della letteratura. Sono dissonanze forti che la mostra propone per sensibilizzare l’opinione pubblica contro certi modelli di rappresentazione al pari di come hanno fatto altri paesi europei che non ammettono la strumentalizzazione senza controllo dell’immagine femminile.
La mostra è stata inaugura il 10 novembre 2015 ed è stata introdotta oltre da Luana Franchini, da Nicola Valluzzi Presidente della Provincia di Potenza, da Liliana Guarino Consigliera di Parità della Provincia di Potenza, da Aurelia sole rettrice dell’Università degli Studi della Basilicata, da Savino Cutro giornalista e presidente dall’Associazione “Il cielo nella stanza”. E’ visitabile presso il Museo Archeologico Provinciale di Potenza dal martedì al sabato dalle ore 9:00 alle 19:00 fino al 28 novembre 2015. Ingresso libero.