Gennaro Giuseppe Curcio è un lucano conosciuto a livello mondiale. La continua ricerca e la voglia infinita di conoscenza, caratteri peculiari della sua persona, lo hanno trasformato in uno dei massimi studiosi del filosofo francese Jacques Maritain. É autore di vari libri e relatore in tutto il mondo a convegni sul pensiero maritainiano, segretario generale dell’Istituto Internazionale J. Maritain di Roma, direttore del Centro Studi e Ricerche di Pedagoga Sociale–Istituto Nazionale J. Maritain di Potenza, professore all’Università Cattolica del Sacro Cuore e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Potenza.
Il Lucano Magazine lo ha incontrato in occasione della terza International Summer School, di cui è stato direttore responsabile, tenutasi in Basilicata all’inizio di settembre.
Professor Curcio pur essendo molto giovane ha un curriculum già molto interessante. Come si definirebbe Lei?
Un uomo alla perenne ricerca e certamente mai arrivato. La condizione che mi pone continuamente in questo stato è l’umiltà di riconoscersi umani e bisognosi di conoscere per poter vivere un’esistenza piena. Questa base mi da la forza per non fermarmi mai, di andare oltre per cogliere la bellezza e l’amore della ricerca così da essere sempre veri e autentici nelle scelte umane.
Lei ha origini lucane, considerando il suo incarico a Roma e i vari convegni internazionali che la portano spesso in giro per il mondo, che rapporto mantiene con la Basilicata?
Pur essendo molto impegnato fuori regione rientro quasi ogni fine settimana. L’incarico come segretario generale dell’Istituto Maritain mi obbliga a stare a Roma per alcuni giorni nella settimana, la cattedra all’università mi impegna per altri a Potenza, ma nel fine settimana riesco a raggiungere la mia famiglia a Picerno.
Da studioso di Maritain – attento alla persona, alla difesa della democrazia e promotore dei Diritti dell’uomo in Europa – in che modo il pensiero del filosofo francese può essere utile a questo nostro particolare periodo storico?
Maritain è un filosofo di estrema attualità, uno dei pochi a poter essere considerato allo stesso tempo interessante a livello di pensiero e imitabile per la sua vita. Il suo “sistema filosofico” volge l’attenzione a molteplici ambiti – pedagogia, cultura, religione, politica – ma l’unico e solo centro è la persona.
Il suo Umanesimo Integrale, infatti, delinea l’uomo come cardine e fine della vita e della società organizzata. L’uomo “integrale” – che conserva la sua relazione spirituale – è chiamato ed essere protagonista nella sua stessa vita. Dal punto di vista politico deve cooperare con gli altri uomini alla realizzazione del bene comune – fine ultimo della società che rende possibile la “buona vita” di tutti – e realizzare la democrazia nutrendola di valori morali e cristiani.
Il suo motto “distinguere per unire” oggi, poi, si traduce in aiuto nella ricerca e nel discernimento dei tanti messaggi a cui siamo sottoposti quotidianamente. Il contributo di Maritain alla nostra contemporaneità può aiutarci a credere di più in determinati ideali – libertà, pace, diritti umani, democrazia, persona – e allontanarci da altri – totalitarismi, soggettivismo, individualismo.
La terza edizione dell’International Summer School, tenutasi in Basilicata dal 31 agosto al 4 settembre, sul tema “Dialogo e pace tra ambiente, religioni e culture” ha proposto riflessioni intorno a due parole: dialogo e pace. Potrebbe proporci la sua visione a riguardo.
Siamo abituati a pensare al dialogo in funzione della pace; si dialoga per raggiungere la pace.
In realtà, però, anteporre la pace creando un contesto cordiale e amichevole può condurre il dialogo verso un esito più fecondo. La pace nasce nella persona, nel suo cuore e nella sua mente, come diceva Maritain per creare la pace è necessario purificare la sorgente, partire da noi stessi.
Ha definito il Mediterraneo come luogo dell’incontro con l’altro, affermazione più che mai attuale, secondo lei in che modo si può favorire l’intercultura?
Oggi, più che in altri tempi, il Mediterraneo è diventato davvero il luogo dell’incontro con l’altro.
Le situazioni a cui ogni giorno assistiamo devono indurci ad una riflessione costruttiva che si concretizzi nello “spendersi e spandersi per l’altro”, donando con generosità quel che abbiamo. L’accoglienza è già intercultura. In fondo, e Maritain ci aiuta, tutti i popoli camminano insieme alla ricerca della verità.
Durante la Summer School ha annunciato la nascita di un “Laboratorio permanente per la pace” a Potenza. Può spiegarci di cosa si tratta?
Il “Laboratorio permanente per la pace” sarà una grande occasione di riflessione per tutti i giovani lucani. L’inizio è previsto per il mese di ottobre ed è un’iniziativa promossa dal Centro Studio e Ricerche – Istituto Nazionale Jacques Maritain di Potenza e l’Istituto Internazionale Jacques Maritain.
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