Ci domandiamo spesso e crediamo non solo noi, sopratutto in questo periodo di crisi, come i nostri politici non debbano fare fronte comune per consentire ai lucani di beneficiare ulteriormente dei proventi derivanti dallo sfruttamento delle risorse idriche, petrolifere, eoliche e solari di cui il nostro territorio dispone.
Questo fronte comune dovrebbe mirare a raggiungere l’obbiettivo di svincolarli dall’incredibile e assurdo patto di stabilità (o patto di stupidità come qualcuno ama definirlo), in modo da ripianare i bilanci delle amministrazioni locali, come la città di Potenza e tutte quelle in difficoltà affinché possano erogare almeno i servizi essenziali alle esigenze dei cittadini.
Si assiste ad una sorta di effetto paralizzante dovuto, quotidianamente ormai, ad un immobilismo perenne della politica lucana e ad un rimpallarsi di responsabilità all’interno del maggior partito che da sempre governa, con discussioni inconcludenti e alla mancanza di decisioni su questioni di enorme rilevanza per il futuro della nostra Regione.
Da una parte l’attività governativa che stenta a dare segnali concreti per lo sviluppo, dall’altro la mancanza di un’opportuna condotta politica delle forza di maggioranza che contribuisce ad uno stallo non più sostenibile per la mancanza di progettualità finalizzate.
Le forze di minoranza ridotte al lumicino vanno ognuna per la propria strada, capaci spesso solo di abbaiare alla luna, non riescono a incidere minimamente sulle scelte o non scelte governative, che per contro si deve difendere solo dall’opposizione interna.
Infatti, l’ennesimo rinvio, da parte del PD, nell’ultima assemblea appare a molti come una “tregua utile” in un momento di grande confusione.
In realtà è un segnale di grande debolezza di una classe dirigente che stenta a ritrovare il senso profondo della missione che la politica è chiamata a svolgere.
E’ evidente a tutti che nei politici nostrani prevalgono forme spesso esasperate di eccessivo protagonismo volte alla continua ricerca di visibilità personale che va a scapito del bene e dei legittimi interessi delle comunità.
Generalmente i politici sui media enfatizzano programmi e obbiettivi che dovranno essere realizzati nell’anno che verrà, e quando si riescono a portare a termine, dopo il taglio dei nastri delle opere, si dimenticano di onorare gli impegni assunti con le imprese appaltatrici per i pagamenti, le quali si trovano a chiudere le proprie attività nella completa totale indifferenza.
A questo punto abbiamo pensato di riportare i titoli e le frasi dei redazionali pubblicati sui quotidiani locali il giorno dopo l’assemblea del PD.
A Voi lettori il compito di trarne le debite considerazioni.
– Amaro Lucano. La sede prescelta per ospitare l’assemblea è l’Hotel Vittoria, ma quel nome pare uno scherzo visto le facce dei convitati.
– Luongo a De Filippo: “sei l’unico che è riuscito a fare due passi avanti alla volta ma verso il precipizio”.
– L’assemblea regionale dei Dem decide di “non decidere”.
– Il segretario Luongo resiste agli attacchi grazie alle colombe.
– Ormai è il partito del rinvio.
– Il PD si rimanda a settembre.
– Pd, una tregua armata fino a settembre.
– Tutto rinviato alla fine dell’estate con l’impegno di voltare pagina.
Concludiamo con l’umorismo del segretario Luongo – che ha ispirato il titolo di copertina – nel suo intervento in assemblea:
“Uniti o il nuovo motto diventerà: vai avanti tu che a me viene da ridere” . Pensiamo che se presto non si muoverà qualcosa i lucani preferiranno molto di più la comicità di Bud Spencer e Terence Hill in “… Altrimenti ci arrabbiamo”.
Buona estate a tutti, anche ai nostri politici.