La SCI, Società di Chimica Italiana, con la consegna del premio “DSM-SCI” ha riconosciuto Cristiana Labella migliore ricercatrice under 35 per la chimica. Abbiamo incontrato Cristiana
Cristiana raccontaci un pò di te.
Sono una ragazza semplice, senza troppe ambizioni ma con un forte senso del dovere che mi porta a dare il massimo in ogni cosa che faccio.
Come è nato l’interesse per la chimica?
La passione per la chimica, o per le Scienze in generale, è iniziata sin dalle scuole medie, con la mia docente di matematica e scienze – la professoressa Ronchi – che mi ha trasmesso l’amore per questa materia.
Hai frequentato l’Università degli Studi della Basilicata ed hai fatto una breve esperienza all’estero.
Ho conseguito la laurea e il dottorato in Scienze Chimiche a Potenza. Nell’ambito del mio dottorato ho condotto un periodo di studio all’estero per sei mesi. Sono stata a Monaco di Baviera nei laboratori dell’Helmholz Zentrum con cui il mio team di ricerca collabora.
Il giudizio sull’esperienza all’estero è positivo?
Il giudizio è molto più che positivo! Lì davvero è un altro mondo sia nel modo di fare, che di organizzare e di gestire gli esperimenti, hanno degli strumenti molto all’avanguardia. Ho trovato un ambiente accogliente, collaborativo e stimolante.
Alla luce di questa tua esperienza cosa consiglieresti di migliorare nel sistema di ricerca italiano?
Sicuramente va investito di più sulla ricerca. Io proporrei una maggiore comunicazione fra le aziende e le università affinché la ricerca accademica non sia fine a sé stessa ma bensì fruttuosa. Inoltre auspico una riforma che migliori le condizioni contrattuali dei giovani ricercatori costretti a lavorare a singhiozzo fra un contratto e un altro, questo è demotivante e incide anche sul rendimento lavorativo.
Negli scorsi giorni hai ritirato il premio “Dsm-Sci” del Consiglio direttivo della Divisione di Spettrometria di Massa della Società chimica italiana, potresti parlarcene.
Il “Dsm-Sci” è un premio annuale, del valore di 1000 euro, dato alla migliore ricerca in cui viene impiegata la spettrometria di massa. La spettrometria di massa è una tecnica altamente raffinata che permette l’analisi chimica di sostanze presenti anche in tracce nel campione.
Descrivici il progetto.
Il progetto riguarda l’analisi delle componenti del veleno di insetti parassitodi mediante spettrometria di massa. Questi insetti iniettano il loro veleno nelle vittime, in genere altri insetti che spesso sono fitofaghi cioè dannosi per alcune colture. L’obiettivo, quindi, è identificare le componenti di tali veleni per realizzare un bio-pesticida che neutralizzi alcuni fitofaghi, nel caso specifico del mio lavoro il progetto riguarda la lotta integrata alle cocciniglie.
E’ un progetto pluridisciplinare che mi ha vista coinvolta durante il mio dottorato di ricerca sotto la direzione della Dott.ssa Giuliana Bianco, responsabile dell’aspetto chimico del progetto, e della Prof.ssa Patrizia Falabella che dirige l’ambito biotecnologo e entomologico.
Parallelamente, stiamo sviluppando un software per l’identificazione di proteine finora ignote, come sono appunto le componenti dei veleni degli insetti parassiotidi, tramite la collaborazione del gruppo informatico guidato dal Prof. Mecca del Dipartimento di Informatica, Matematica ed Economia dell’Unibas.
Quali sono le possibili applicazioni di questo lavoro?
L’identificazione di proteine paralizzanti da impiegare come bioinsetticidi ma anche di molecole di interesse biomedico, tipicamente presenti nei veleni di insetti. In precedenti studi condotti su veleni di insetti parassitoidi, infatti, sono state ritrovate molecole con azione anti-veleno e anti-cancro.
Sei un “cervello prestato all’estero” ma fortunatamente rientrato in Italia. Come e dove vedi il tuo futuro?
Avendo svolto solo una parte del mio progetto di ricerca all’estero non sono propriamente quello che si definisce un “cervello in fuga”.
Per quanto riguarda il futuro ancora non so, al momento ho un contratto a tempo determinato presso la Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari e Ambientali dell’Università degli Studi della Basilicata nel team di ricerca del Dott. Carlo Cosentino dove mi occupo dell’analisi chimica del latte delle specie autoctone (asini, mucche, cavalle). E’ un tema diverso rispetto a quello trattato durante il mio dottorato ma la bellezza della chimica analitica, secondo me, consiste proprio nella sua versatilità e nel risolvere le sfide quotidiane che un chimico è costretto ad affrontare ogni giorno.
Spero di continuare a lavorare in Basilicata anche se la situazione lavorativa è difficile e non ci sono molti fondi per la ricerca.
Auguriamo a Cristiana un futuro brillante, ricco di soddisfazioni e di risultati positivi.