Aviglianese, ingegnere e baritono. Nella sua persona si intrecciano perfettamente la bravura tecnica di un professionista, un ingegnere per l’appunto, e l’abilità canora di un virtuoso cantante lirico, baritono per l’esattezza. Come sia nata questa passione per il canto e come abbia nostante gli innumerevoli impegni lavorativi raggiunto palconscenici teatrali nazionali di una certa importanza ce lo spiega in questa intevista.
Come è nata la sua passione per la lirica? Dove ha studiato e com’è stato il suo inizio di carriera?
La mia passione per la lirica è nata ascoltando mia madre. Mia madre cantava. Mentre la musica l’ho studiata con mio padre, il canto l’ho ereditato da mia madre. Il tutto, però, è nato per caso pur avendo sempre cantato in modo sporadico. Lo studio vero e proprio è iniziato con mio padre, quando ho deciso di imparare a suonare il clarinetto. Nonostante l’impegno profuso e i buoni risultati che raggiungevo, mio padre ha sempre voluto tenermi lontano dal difficile mondo della musica, volendo per me una vita diversa. Infatti oggi sono un ingegnere anche se dentro di me sento fortemente questa passione verso la musica.
Quindi lei si sente più ingegnere o musicista?
Fondamentalmente mi sento musicista, però non posso rinnegare dopo tanti anni di lavoro e di soddisfazioni lavorative che mi piaccia anche la professione di ingegnere. Ora che la mia esperienza “musicale” è completa, ovvero sia canora che strumentale in senso letterale del termine, mi piace ancor di più la mia professione, perché ho appagato quello che era il desiderio, la vena artistica e vedo il mio essere ingegnere in modo diverso, migliore oserei dire, orgoglioso dei risultati e della preparazione che questo lavoro tecnico mi ha portato a raggiungere.
Era il sogno nel cassetto che si è realizzato. Io non avrei mai immaginato che un giorno avessi potuto cantare a teatro, eppure, ho calpestato palcoscenici teatrali.
Quando ha iniziato a suonare il clarinetto?
Ho sempre voluto imparare a suonare il clarinetto ma ho cominciato molto tardi, all’età di 15 anni, anche se poi ho raggiunto un buon livello. Dopo il diploma tecnico di Geometra avrei voluto continuare la carriera musicale, volontà contrastante con quella di mio padre che nonostante le numerose discussioni, mi fece capire che intraprendere una carriera universitaria portava più sicurezza. Lasciai, così, perdere la musica e il clarinetto per tutto il tempo dell’università dedicandomi allo studio. Una volta terminati gli studi accademici, pensai di riprendere con la musica iscrivendomi al conservatorio a 33 anni, ma potei entrare, vista l’età, solamente come cantante ed una volta inseritomi nel conservatorio riuscii a fare anche clarinetto.
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