Francesco La Centra, classe ’67, lucano. Appassionato di fotografia e tradizione. Si immerge tra paesaggi naturali e villaggi diroccati della meravigliosa terra natale che è la Basilicata. Rapito dalla curiosità di catturare attimi di vita reale, ciò che emerge dalle sue opere è il fascino per il passato, per le tradizioni e le rughe che vengono tradotte in istantanee dal colore eterno.
“Imieidiecimilascatti”. È il suo logo. Qual è il significato?
E’ una citazione del Maestro Henry Cartier Bresson “le prime 10.000 fotografie sono le peggiori” che descrive bene la mia situazione, ho iniziato ad appassionarmi alla fotografia nel 2009 e per me è un’arte meravigliosa.
L’ultima mostra “Passaggio a sud-est. La Lucania in prospettiva”, ha riscosso molto successo. Ha raggiunto i risultati sperati?
Felicissimo per esser stato ospitato in una location di primo ordine. Il grande fotografo Berengo Gardin aveva esposto a pochi giorni prima dell’ inaugurazione della mia personale. La partecipazione collettiva è stata straordinaria: molte le presenze dalla vicina Puglia (Bari, Gravina, Altamura.); Potenza e provincia hanno risposto alla grande facendomi emozionare con i complimenti dalla poetessa Ione Garramone di Potenza; sono stato onorato della presenza del prefetto di Matera Antonia Bellomo e la Giornalista Carmen Lasorella. Ho ricevuto il riconoscimento della FIAF (Federazione Italiana Associazione Fotografica) consegnatomi dai due membri della FIAF di Siena. Ringrazio il “Fotoclub Matera Associazione Onlus“ per la loro partecipazione e il loro sostegno logistico.
La sua fotografia si divide tra il reportage e la foto naturalistica, come si approccia a due stili così diversi?
Tutta la nostra terra lucana è affascinante, selvaggia, ricca di storia antica, la paesaggistica si differenzia in un modo unico, per questo il visitatore ne rimane incantato, è difficile non avere spunti per immortalare la meraviglia che si presenta ai miei occhi. Nell’esprimere e nel ricercare quel passato ancora presente è necessario un mix di tecnica, cultura neorealistica . Un po’ di fortuna mi porta ad esplorare intimità espressive nelle rughe e nei gesti delle persone ritrovando a volte un’istantanea proprio come io l’avevo prevista. Forte Intuizione e entusiasmo la formula, tutto qui!
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