Giornata Mondiale dell’Autismo da celebrarsi il 2 di aprile di ogni anno. In ogni parte del mondo si doveva parlare di questa patologia affinché si diffondesse la conoscenza e la consapevolezza su una patologia che richiede cure immediate e costanti, e non solo per far emergere le criticità bensì le peculiarità, le potenzialità di persone straordinarie.
Anche Potenza, il 2 aprile 2015, ha accolto l’evento ospitando presso il teatro “Stabile” specialisti che hanno spiegato un argomento dai contorni delicati. Organizzata dall’A.L.A., Associazione Lucana Autismo, e da “NÈIBA”, Associazione di Promozione Sociale, entrambe di Potenza, la manifestazione ha riunito neuropsichiatri infantili dell’ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera, dell’A.S.P. di Potenza e dell’A.S.L. di Pescara, oltre a logopediste, rappresentanti delle istituzioni e al Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, tutti esperti che hanno raccontato proprie esperienze vissute a fianco di pazienti autistici, la cui presa in carico deve avvenire prestissimo. Non oltre i 30 mesi di vita, hanno spiegato, periodo entro il quale è possibile per il bambino autistico il pieno recupero. L’autismo è la condizione specifica di uno spettro di disturbi neurobiologicamente determinati che comportano disabilità differenti ma significative, a causa delle difficoltà ad interagire e comunicare con gli altri. La sindrome riguarda lo sviluppo globale della persona e compromette la comunicazione verbale e non verbale, il comportamento sociale, l’immaginazione, il gioco, le attività e gli interessi. Insorge nei primi 3 anni di vita. Anche se i sintomi sono riconoscibili nel bambino fin da piccolissimo, ancora oggi in molti casi la diagnosi arriva dopo i 5 anni di età, a causa soprattutto del pregiudizio che si illude in una soluzione spontanea del problema. E invece così non è. E’ per questo che la formazione, l’informazione da parte degli operatori medico-sanitari, delle scuole, dei genitori è fondamentale per meglio affrontare una patologia che conta sulla tempestività del trattamento per un suo significativo ridimensionamento, e su un approccio multidisciplinare coordinato, non frammentato e disomogeneo come in molti casi purtroppo ancora avviene. Perché non esiste un trattamento valido per tutti. Ogni approccio va studiato singolarmente ed analizzato costantemente per raccoglierne dati, valutarne gli esiti e se è il caso modificarlo. La presa in carico poi deve riguardare l’intera famiglia, sottoposta ad un carico troppo grande che accresce al suo interno ansie e paure. Per queste problematiche il sostegno delle Istituzioni è fondamentale. Può rivelarsi quella leva in più utile a dare sollievo ad un percorso che necessità dell’aiuto di tanta gente e tanti servizi al fine di rendere migliore la vita di queste straordinarie persone durante l’intero ciclo della vita.
La Giornata Mondiale dell’Autismo vuole servire a questo. A far crescere la sensibilità e la coscienza verso l’autismo nella società in maniera diffusa.
Momenti di danza e di canto hanno poi allietato la serata che si è conclusa all’esterno del teatro con l’accensione di una lampadina alta 2 metri e con un diametro massimo di 2,30 metri, realizzata dall’Associazione “NÈIBA” che ha utilizzato materiale di recupero, 800 bottiglie di plastica. La lampadina ha emesso la luce blu dell’autismo proprio come ha stabilito l’O.N.U. auspicando che il 2 aprile di ogni anno le città e gli edifici più importanti si illuminassero di questo intenso e bellissimo colore, simbolo della conoscenza e della sicurezza.