Sabato 21 marzo, ad Avigliano, è stata riaperta al culto religioso l’antica Chiesa di Maria SS. Annunziata, che dal 1814 al 1831 è stata anche Chiesa Parrocchiale, dedicata alla Madonna del Rosario. È una chiesa del 1605, che sorge in mezzo al paese, nell’antico borgo omonimo, attigua al Palazzo di Città, dove anticamente vi era un convento domenicano,a cui la chiesa era annessa, poi trasformatosi nel 1851 in Orfanatrofio Provinciale.
Si tratta di una chiesa a tre navate, mentre il soffitto, a volte, è a cassettonato con fiore; ha sei altari in finto marmo, oltre quello centrale, e con alcune tele di un certo interesse artistico, ospita il dipinto di fra Giordano, raffigurante Santa Chiara, di rilevante valore. A essa si accede attraverso un cortile con portico in ferro, che si affaccia sulla parte antica del paese.
La Chiesa, chiusasi a causa del terremoto del 1980 e poi riaperta nel 1999, è stata nuovamente oggetto di lavori in seguito alla caduta di parte di cassettonato in gesso, verificatosi nell’ottobre del 2007; da allora un comitato di donne si è messo all’opera per far sì che questa chiesa, a cui la popolazione era molto legata,non restasse abbandonata e, con l’Amministrazione Tripaldi, nel 2009, hanno avuto inizio i lavori, patrocinati dall’Ufficio Opere Pubbliche della Regione Basilicata. È stata effettuata la messa in sicurezza per lo schiacciamento della volta, che ha visto la sua demolizione con conseguente consolidamento, attraverso tecniche nuove: è stato demolita quasi tutta la parte decorativa sul tamburo di ingresso, non quella strutturale, è stata fatta una rete di consolidamento e un intonaco a base di betoncino, con tinteggiatura e foratura degli elementi – come spiegano l’Ingegnere Maria Mecca e Antonio Santarsiero, della ditta appaltatrice. A questi lavori si sono aggiunti la realizzazione del rosone in vetro, dipinto da Nadia Santarsiero, e la sistemazione dei dipinti, effettuati nel 1934 da Vito Salvatore, curati con grande emozione dalla Figlia Anna.
“Senza la determinazione delle donne, afferma il Sindaco Vito Summa, la Chiesa dell’Annunziata, luogo della memoria collettiva della nostra comunità, che lì ha vissuto gli anni del catechismo, dei sacramenti, ma anche momenti meno felici, non sarebbe stata riaperta … questo rappresenta un forte segnale, che induce a riflettere su come la collaborazione e il supporto di ognuno portano a risultati come questi”.
“Finito il restauro interno restano da restaurare il campanile e la facciata a volta, per cui serve una nuova istanza – spiega l’ex Sindaco Domenico Tripaldi. Oltre al valore affettivo che lega la comunità a questa chiesa, essa ha un forte valore culturale, attribuitogli anche dalla foto che Henri Cartier-Bresson scattò alla facciata a valle nel 1973.”
Ma perché è tanto importante la riapertura di una chiesa in una comunità che di chiese ne ha tante? “Intorno alla chiesa parrocchiale, ne sorgono altre, per particolari devozioni di alcuni fedeli , ma negli anni ci si lega sempre più perché in essa si vivono particolari momenti, risponde il Parroco Don Salvatore Dattero; questa chiesa, poi, è dedicata al momento principale della fede cristiana, in cui Dio diviene uomo e da cui comincia la storia nuova dell’umanità.”
Dopo la Santa Messa celebrata da S. Ecc. Mons. Agostino Superbo, la serata si è conclusa con il concerto della corale polifonica “Il Carpine”.
La Chiesa resterà aperta tutti i giorni e la Santa Messa sarà celebrata una volta al mese, secondo il calendario parrocchiale.