Ansia e attacchi di panico: questo il tema del seminario promosso dal Cad (Centro di Ascolto del Disagio ) “ Potenza Capoluogo ” presso la sede cittadina situata in via Mazzini, 4. Un argomento di stretta attualità e di grande interesse, se si considera che mediamente in Italia una persona su cinque è affetto da disturbi di ansia nel corso della sua vita, spesso per motivazioni legate alla difficoltà di trovare un lavoro che dia stabilità economica o per una vita sociale e di coppia ritenuta il più delle volte insoddisfacente e non appagante.
Relatori dell’incontro la dott.ssa Federica Mancusi del Dipartimento Psicologia Cad Pz e la dott.ssa Mariateresa Muscillo, psicologa, psicoterapeuta e Presidente del Cad Pz, le quali hanno illustrato nel dettaglio il fenomeno dell’ansia, soffermandosi sulle cause, i sintomi e le terapie più indicate per curare i disturbi ad essa legati. Nello specifico, è emerso che l’ansia è un fenomeno che può essere sia adattivo che disadattivo a seconda della capacità o men
o di un individuo di affrontare le situazioni e gestire lo stress. Cinque risultano i sintomi associati all’insorgere dell’ansia: fisiologico, cognitivo, emotivo, comportamentale, motivazionale.
Occorre distinguere i casi in cui l’ansia ha una connotazione attiva e di adattamento alla situazione che si ha di fronte dai casi in cui invece essa si configura come una combinazione di emozioni negative che mettono il soggetto nella condizione di non essere in grado di tenere sotto controllo la situazione: nel primo caso, infatti, la sensazione di paura è motivata e la situazione gestibile, mentre nel secondo caso subentra un’immotivata e sempre crescente paura che genera agitazione e confusione. Un’ansia negativa è quella che subentra ad esempio nel momento in cui la mente rimugina continuamente su qualcosa, e il fissarsi del pensiero su un determinato contenuto paralizza o comunque frena fortemente l’azione individuale. La quarta versione del DSM ( Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ) individua le modalità disadattive caratterizzanti i disturbi d’ansia e mostra come il carattere negativo e parassitario di simili manifestazioni possa determinare veri e propri attacchi di panico. Tra le emozioni negative associate all’ansia vi è oltre alla paura, la preoccupazione, ossia quell’attività cognitiva involontaria associata ad un senso di disagio emotivo, che può essere al pari dell’ansia, di tipo adattivo se conduce l’individuo a focalizzare l’attenzione su un problema e a richiamare risorse al fine di un’adeguata risoluzione oppure disadattiva, se assume dimensioni eccessive ed un carattere parassitario che rallenta il processo di risoluzione di un problema.
Tra le manifestazioni più intense e violente di stati ansiosi vi sono indubbiamente gli attacchi di panico, di cui soffrirebbero o hanno sofferto anche personaggi famosi come Alessandro Gassman, figlio del grande Vittorio e che ha lungo dovuto combattere con quel senso di inadeguatezza provato nel cercare di emulare invano la perfezione artistica del padre. Cos’ è un attacco di panico? Un periodo preciso di paura, un
disegno interiore che porta le persone a percepire un improvviso e acuto pericolo di morte. Generato da uno tra 2 fattori stressanti, rispettivamente o di natura psicologica o di natura fisica, un attacco di panico è sempre motivato ed è un “ segnale ” che il corpo ci invia per comunicarci che non lo stiamo seguendo. Talvolta è legato al modo e alle convinzioni con le quali si è cresciuti: ne è un esempio l’esigenza ritenuta primaria di essere perfetti a scuola. L’insorgere di un attacco di panico si manifesta tramite sintomi fisici quali l’iperventilazione e genera nell’individuo una paura di morire che aumenta la negatività del sistema emotivo, amplificando ansia e spavento e che porta solitamente a richiedere l’intervento del pronto soccorso. Tra le indicazioni fornite per combattere i disturbi di ansia rientra quella di non generalizzare: infatti, è un errore evitare a priori tutte quelle fonti di stress o situazioni indesiderabili , ritenute potenzialmente scatenanti, perchè si rende particolarmente sensibili e vulnerabili gli individui, favorendo proprio quei meccanismi di formazione degli stati d’ansia.
La dott.ssa Muscillo ha fornito una serie di possibili terapie per curare i disturbi d’ansia e gli attacchi di panico. La strada più seguita è sicuramente quella dell’uso di ansiolitici e antidepressivi e dunque la via farmacologica; tra gli ansiolitici più gettonati le benzodiazepine mentre i triciclici sono in cima alla lista dei farmaci contro la depressione. I farmaci vengono impiegati perchè aumentano la produzione di serotonina, neurotrasmettitore che migliora sensibilmente l’umore. Naturalmente è preferibile, quando possibile, privilegiare una terapia di natura psicologica, quale ad esempio quella cognitivo/comportamentale, che ricorre ad esercizi comportamentali che puntano a desensibilizzare la persona nei confronti di quegli elementi ritenuti fonte di stress e portatori di sofferenza e disagio evitando che l’individuo sfugga ad essi in maniera preventiva, e tenda ad un pericoloso autoisolamento. La terapia ritenuta più affidabile ed efficace è quella integrata che coniuga 4 distinti ma decisivi fattori: supporto farmacologico, esercizi di desensibilizzazione, lavoro psicoterapeutico del profondo e lavoro psicoterapeutico sulle relazioni.
Per la dott.ssa Muscillo “ tolti gli effetti, restano le cause, per cui è preferibile andare alla radice degli stati d’ansia. Il sintomo è spesso il punto d’accesso privilegiato al nostro mondo interiore e alle nostre paure. Non ultima la paura delle proprie debolezze, nelle quali sono includibili la paura del giudizio, di un rifiuto, quella di fallire o comunque di non essere all’altezza degli standard decisamente elevati delle nostre aspettative. Paure che mettono a tacere il nostro mondo interiore e la nostra emotività generando ansia e disagio.Si esce solo svelando il proprio sé e riscoprendo la propria autenticità. Ciò consente alla persona di accettare anche difetti e limiti individuali incamminandosi verso una possibile e auspicabile mediazione tra la sfera della razionalità e quella della propria emotività ”.