La Settimana del Benessere Psicologico, manifestazione ideata e curata dall’Ordine degli Psicologi della Basilicata e giunta alla seconda edizione, è nata allo scopo di promuovere oltre al ruolo e alla figura professionale dello psicologo nella società odierna, anche la cultura del benessere psico-fisico individuale e sociale, si fonda su un concetto di salute che si configura in primo luogo come prevenzione dei disagi legati alle problematiche della vita quotidiana, specie nei periodi particolarmente stressanti.
Tanti i temi che sono stati discussi durante la settimana. Spazio ai modi per imparare a conoscere ed affrontare lo stress e alle dipendenze dalle nuove droghe, come ad esempio il gioco d’azzardo patologico. Nell’ambito della manifestazione regionale, che si distingue da due anni anche per le numerose consulenze psicologiche offerte gratuitamente dagli specialisti iscritti all’Ordine, abbiamo seguito da vicino un seminario, a cura di Antonio Lorusso, responsabile del Dipartimento di Psicologia del Cad (Centro di Ascolto del Disagio) “Potenza Capoluogoˮ, incentrato sui rischi per gli adolescenti che fanno un uso indiscriminato dei social network.
L’incontro, tenutosi ad Avigliano presso la Sala Consiliare del Palazzo Comunale, e organizzato in collaborazione con il Cad Potenza Capoluogo ed il Corecom di Basilicata, mirava ad informare il pubblico presente, ed in particolar modo gli adolescenti, sui rischi e i disagi cui è possibile andare incontro quando si impiegano senza consapevolezza le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In Italia – ha spiegato lo psicologo “il 57% dei ragazzi/e ha un profilo su un social network. Ne dispone di uno anche il 26 % dei bambini tra i 9 e i 10 anni, il 49% degli 11-12enni ed il 73% di quelli di età compresa tra i 13 e i 14 anniˮ. Partendo da queste statistiche, sono state illustrate durante la relazione i meccanismi psicologici dei pedofili, che impiegano i social network ma anche chat e video-chat per adescare ragazzi/e in base ai propri gusti ed esigenze. In molti casi essi mentono sulla loro età anagrafica, e selezionano le potenziali vittime sulla base di informazioni, ricavabili dai profili individuali e spesso pubblici, quali età, sesso e vicinanza geografica.
Molto diffuso nell’ambito della pedopornografia, e quindi dellapornografia raffigurante soggetti in età pre-puberale, il fenomeno del grooming, ossia l’insieme di quei comportamenti volti ad accattivare la simpatia del minore con l’intento di abbassarne le difese e renderlo una preda più facile. Non è raro il ricorso a tattiche infime, fondate sul ricatto per raggirare e abusare il minore. Tramite slide è stato anche esposto un decalogo riassuntivo delle buone norme da seguire per prevenire disagi nell’uso dei social media: tra queste il non accettare amicizie di persone che non si è sicuri di conoscere, non mostrare parti nude in webcam, non inserire sui social network dati personali come nome, cognome, data e luogo di nascita e soprattutto per i minori non iscriversi ai social network prima del raggiungimento dell’età minima necessaria, ossia 13 anni.
Approfondimenti nell’edizione cartacea de Il Lucano Magazine in edicola.