Un boato. Braccia al cielo. Lacrime. Così è stata accolta da Piazza San Giovanni, e da Matera tutta, la notizia che Matera è diventata Capitale Europea della Cultura per il 2019.
Quel venerdì 17 ottobre 2014 rimarrà impresso nella storia della Città dei Sassi e della Basilicata. Probabilmente è già marchiato a fuoco nei libri di storia che riguardano tutto il Sud Italia. Sì, perché Matera è la prima Capitale Europea della Cultura del Sud. Un trionfo che ha sbaragliato la concorrenza di Siena, Ravenna, Cagliari, Perugia-Assisi e Lecce.
Sette voti per quella che ormai è la culla della cultura del Mezzogiorno. Un responso importante se si pensa che a votare erano in 13 e che c’erano 6 opzioni; diventa ancor di più un risultato clamoroso se si pensa che sia stato raggiunto alla prima tornata di votazione.
Ha avuto ragione Matera. Perché è partita da lontano, ormai circa cinque anni fa, quando dal basso, dal popolo, dall’associazionismo e dall’attivismo di Francesco Salvatore ha iniziato questo percorso. Un percorso che si è consolidato nel tempo. Che ha visto investimenti, non solo del pubblico ma anche dei privati, partecipazione e contributi di vario genere. Un percorso che è andato in crescendo. Un percorso che ha vissuto uno dei suoi picchi più alti il 7 ottobre, giorno della visita in città dei commissari. Commissari che, nel loro percorso di sette ore in città, sono stati travolti dall’ospitalità dei materani. Perché Matera non si è limitata ad “indossare il vestito buono” per farsi vedere bella, ma ha aperto le porte delle sue case, ospitando a pranzo i commissari in quelle che sono le abitazioni dei materani. Matera si è fatta vedere anche in una delle sue peculiarità, ovvero quella del pane. E poi il percorso dei commissari ha avuto il suo culmine con l’incontro con la piazza.
Adesso il tempo di festeggiare è passato. Il 2019 si avvicina e Matera deve prepararsi per il grande evento. Questa è stata una grande vittoria, ora Matera, la Basilicata, il Sud devono dimostrare che la scelta fatta è stata quella giusta. Il percorso continua.
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