Silvio Giordano è un artista potentino poliedrico e fuori dagli schemi. La sua produzione spazia dalla video arte, alla fotografia, alla scultura e i temi su cui è incentrata sono le previsioni catastrofiche dovute all’idea di morte, la bellezza, la diversità dell’Io, la malattia, l’ambiente e la trasformazione genetica. Il suo ultimo progetto The Prince of Venusia, un cortometraggio sugl’incubi di Gesualdo da Venosa si è classificato primo nella graduatoria del “Bando alla crisi” della Lucana Film Commission con finanziamenti della Comunità europea.
Il bando prevedeva un finanziamento di tre milioni di euro per promuovere sul territorio 19 produzioni e patrocinare 17 start up. Si è stimato che consentirà a 56 imprese di operare in Basilicata, le quali daranno lavoro a oltre 600 lucani.
Perché Gesualdo da Venosa?
La figura di Gesualdo da Venosa mi ha sempre affascinato perché si parla di un artista incredibile, di fama mondiale e allo stesso tempo di un uomo fragile e tormentato. Iniziai ad appassionarmi al personaggio nel corso delle celebrazioni gesualdiane dello scorso anno, in onore del quattro centenario dalla scomparsa del musicista. In quell’occasione Tonia Bruno ebbe l’incarico di realizzare due performance che parlassero del processo e dei tormenti di Gesualdo. Girai allora un video sugli incubi che lo accompagnarono fino alla morte. Quando è uscito il bando per il cinema ho subito pensato che poteva essere l’occasione per realizzare un’opera più intensa e particolare sull’artista lucano. Segno che qualcosa inizia a muoversi nella direzione dell’incentivo e dell’investimento sulla creatività e sul cinema in particolare. L’idea e la sceneggiatura devono essere piaciuti particolarmente alla commissione giudicante visto che ho ottenuto il punteggio più alto tra i professionisti. Sono molto contento che abbiano valutato positivamente un progetto innovativo e sperimentale, vuol dire che finalmente anche in Basilicata i tempi stanno maturando.
Puoi darci qualche anticipazione sull’opera?
Il cortometraggio sarà girato interamente in regione con attori e maestranze lucane e sarà un lavoro non convenzionale caratterizzato da immagini subliminali e imperniato sull’introspezione del protagonista. Gesualdo ha vissuto una vita d’inferno, costellata di lutti e segnata da un duplice omicidio. E’ per questo che viene ricordato come il musicista assassino. Si tratta di un lavoro di avanguardia, venendo io dalla video art e dall’arte contemporanea. Sarà la rappresentazione degli incubi nella testa di Gesualdo da Venosa.
Il resto dell’intervista ne Il Lucano Magazine tra pochi giorni in edicola!