Anche in Basilicata sta prendendo piede una nuova e particolare disciplina sportiva chiamata softair praticata da alcune associazioni, come quella Sportiva Dilettantistica potentina Ghost Soldiers che opera ormai da ben dieci anni ed è la realtà più grande a livello locale. Ringraziamo pertanto il Presidente dell’associazione Aurelio Abbruzzese ed il Vice-Presidente Amerigo Intotero, che con molta disponibilità si sono concessi per un’intervista divulgativa ai nostri lettori su questo interessante ed innovativo sport.
Partiamo dal principio: che cos’è il softair?
Il “softair” è una disciplina sportiva che si propone di effettuare simulazioni di tattiche militari con “fucili” ad aria compressa ed attrezzature che replicano fedelmente gli equipaggiamenti in dotazione ai militari. Il tutto in un’attività svolta all’aperto ed in condizioni di estrema sicurezza.
Ascoltando questa definizione, senza dubbio è una attività molto particolare.
Non c’è nulla di pericoloso nè tantomeno di violento in questa attività: in primis, è riconosciuta dal C.O.N.I. come “tiro tattico sportivo” e dalla legge italiana secondo la Legge Delega 88/2009, in recepimento della Direttiva Europea 2008/51/CE; in Italia il “Soft Air” è praticato da club, associazioni sportive dilettantistiche e strutture sportive che vogliano promuovere tale attività. Utilizziamo delle attrezzature definite Air Soft Guns (abbreviato, A.S.G.). fedeli riproduzioni di armi utilizzate nel mondo militare che “sparano” pallini, composti da materiale plastico e/o biodegradabile, ad una velocità dell’ordine di 100 metri al secondo. Questi pallini sono delle sfere di sei millimetri di diametro, e ogni giocatore nel momento in cui viene raggiunto anche solo da uno di essi deve dichiarare il suo stato di ‘colpito’ e allontanarsi dall’area di gioco. Il Softair è uno sport leale ed onesto non aperto a esaltati o violenti.
Ci sono manifestazioni o episodi particolari che vorreste condividere con i nostri lettori?
In cinque anni di attività ne abbiamo viste di tutti i colori, quindi è abbastanza difficile rispondere ad una domanda del genere. Una volta ci contattò un capitano dell’esercito per una manifestazione della Croce Rossa nel paese di San Fele, durante la quale recitammo 8 volte di fila una scena di aperta violazione del diritto internazionale in materia di prigionieri di guerra, consistente nella cattura di quattro prigionieri, in uno degli scenari allestiti nel paese per mettere alla prova i volontari partecipanti. La simulazione prevedeva l’interrogatorio dei prigionieri da parte dell’ufficiale superiore, interpretato proprio dallo stesso capitano che ci aveva contattato per organizzare il tutto.
Il secondo episodio, riguarda il nostro viaggio in Croazia nel luglio del 2012 per partecipare alla seconda edizione della manifestazione OP. TANAJA, una simulazione militare che ha coinvolto trecento giocatori, provenienti da tutta Europa. Nel giro di ventiquattro ore, sull ‘isola di Zirje, noi italiani, sei in tutto, ci siamo uniti alle altre squadre dandoci sportivamente battaglia, tra comunicazioni in inglese, incontri tra interi squadroni e turni di guardia notturni alle postazioni conquistate. L’aneddoto divertente è che tra gli obiettivi da raggiungere durante la manifestazione, vi era il recupero di un ritratto della nostra Sophia Loren. Le dimensioni dell’evento purtroppo non ci hanno permesso di esplorare l’intera isola, ma in patria siamo tornati da vincitori, dato che la fazione di cui facevamo parte era riuscita a conquistare tutti gli obiettivi che la manifestazione prevedeva. Vista l’esperienza incredibile, ci siamo ripromessi di ritornare ancora in Croazia, per la bellezza dei luoghi, un’organizzazione impeccabile, per i giocatori onesti e amici sinceri conosciuti e per una accoglienza calorosissima.
Il resto dell’intervista ne Il Lucano Magazine in edicola!