Venticinque anni. Tanto è lunga la vita di questo evento considerato ormai tra i più consolidati e longevi della Basilicata. E’ il Premio Torre D’Argento di Cirigliano che ogni anno viene conferito a lucani e lucane illustri che in Basilicata, in Italia o nel mondo si sono affermati nella letteratura, nella scienza, nella politica, nel giornalismo, nello spettacolo, nell’arte, nella musica.
La manifestazione, organizzata dalla locale Pro Loco, presidente Antonio Garrambone, e dall’amministrazione comunale di Cirigliano ha premiato Rocco Brancati ed Antonio Calbi. “Essendosi distinto in tutti questi anni per il suo attaccamento alla cultura, per la dedizione al suo lavoro e per aver dato lustro per oltre 24 anni a questa manifestazione”, con questa motivazione Rocco Brancati, potentino, giornalista del Tgr Basilicata e per 13 anni docente all’Università della Basilicata, ha ritirato commosso un premio che praticamente ha visto nascere. Convinto, come affermava Leonardo Sinisgalli, che “La cultura è onestà non furberia” ha applicato questo concetto nella sua vita umana e professionale spiegando che la cultura non si fa da un piedistallo. Al pubblico e a Mario Trufelii, suo primo caporedattore Rai e maestro, anche lui vincitore in passato dello stesso premio, ha confessato di ritenersi un volontario della cultura. Tra i due colleghi ma soprattutto amici ha avuto luogo una breve intervista che ha ripercorso i momenti della carriera giornalistica di Brancati iniziata al “Mattino” di Napoli, e continuata nel 1979 in Rai fino ai giorni nostri.
“Che si è distinto per i suoi meriti artistici, con un curriculum di tutto rispetto, un lucano con un cuore ricco di passione per la cultura e per le arti” con questa motivazione Antonio Calbi, originario di San Mauro Forte e cresciuto a Milano, ha ricevuto il Premio per la sua trentennale carriera di direttore di teatri, festival progetti. Già direttore del Settore Spettacolo del Comune di Milano e, da aprile di quest’anno, direttore del Teatro di Roma, prossimamente dirigerà, sempre nella capitale, il Teatro Argentina. “Se non si sogna non si va da nessuna parte e una terra come questa non può non far sognare”, ha affermato Calbi e in questa frase c’è tutto se stesso. C’è l’amore per il teatro, il suo sogno di bambino; quello per l’Italia, la patria del Sapere e delle arti; quello per la Basilicata terra di antichi riti, processioni e carnevali, vere e proprie messe in scena con le quali l’uomo si è sdoppiato per osservare, conoscere se stesso e che, in qualche modo, hanno disegnato il futuro del piccolo Antonio. Tra i promotori di Matera 2019, è convinto che la Basilicata sia terra di creatività, poiché essendo povera “istiga all’immaginazione”, e che può diventare luogo per sperimentare idee realizzando teatri di nuova concezione, centri polivalenti delle arti, con il supporto di moderne infrastrutture.
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