All’alba del 2 luglio ha inizio il giorno più lungo per i materani, caratterizzato da autentica religiosità popolare e profondo sentimento civile, vissuti attraverso cerimonie, riti, simboli, folklore, tradizioni: la festa della Madonna della Bruna.
Giunta alla 625esima edizione, cade quest’anno nel 60 anniversario della proclamazione di Matera “civitatis Mariae”, con una tradizione che ha superato la dimensione locale per la sua spettacolarità eccezionale, guardando a Matera 2019 come culmine del legame tra città e cittadini, in cui la Festa rappresenta il momento intorno al quale gira la storia della città. Aperta dalla processione cittadina del Quadro dei pastori, raffigurante la Madonna dipinta su rame col bambino sul braccio sinistro, tra fedeli imploranti benedizione, la festa prosegue con la vestizione del Generale e la consueta sfilata dei cavalieri nelle vie del centro, le cui origini risalgono al 1500, quando il conte Tramontano volle mettere come scorta del carro i suoi armigeri, trasformandosi poi in consuetudine.
Dopo il trasferimento dell’effige della Vergine della Bruna dalla Chiesa di San Francesco alla Chiesa dell’Annunziata, si giunge, in serata, alla solenne processione della Madonna sul carro trionfale, presieduta da autorità religiose e civili, fino alla reposizione della stessa nella chiesa di San Francesco. Il via, allora, al consueto “strazzo” del carro, consegnato ormai al popolo, in piazza Vittorio Veneto. L’edizione del carro 2014 fa proprio il tema “la chiesa nel mondo testimonia la carità”, attraverso la rappresentazione dell’episodio dell’incontro di Pietro e Giovanni con uno storpio nato, narrato negli atti degli apostoli 3, 1-8 , raffigurati nell’atto di aiutarlo, con accanto un sacerdote dell’Antico Testamento, sormontati dalla porta di Gerusalemme, simbolo della guarigione proveniente da Gesù , rappresentato nella scena come Risorto.
La carità ripercorre, sul carro, la storia della chiesa, passando da San Francesco che incontra il lebbroso, sul retro, a madre Teresa con un bambino, priva delle rughe della sofferenza, a Papa Francesco, in un abbraccio con un profugo di Lampedusa, posti in una cornice di argento in quanto l’oro non sarebbe nel loro stile. La carità oggi, però, é testimoniata, e dunque rappresentata, anche da un sacerdote che visita un carcerato, da alcuni volontari Caritas, dall’accoglienza di una famiglia immigrata, da una mano anonima che accarezza una donna clochard anziana ma con gli occhi di un bambino.
Testimone della carità è anche la Madonna, raffigurata nella visita ad Elisabetta e nelle nozze di Cana, momenti evangelici in cui Lei corre all’aiuto del prossimo. La Vergine, però, é presente sul carro anche sotto forma di affresco bizantino, sulla porta di accesso al trono, mentre due punti sostengono due medaglioni con lo stemma di Matera e la M simbolo di Maria, in occasione dell’anniversario. Il carro, inoltre, presenta elementi nascosti, riservati agli “ultimi” dello strazzo.
Ma le sorprese non finiscono qui…quest’anno la cosiddetta porta del falegname non ha un suo falegname, pertanto verrà messa all’asta e il ricavato verrà direttamente donato alla mensa di Piccianello di don Giovanni Mele, secondo la frase “non ho né oro né argento, ti do quello che ho” a rafforzare il desiderio portante di quest’anno che ognuno di noi possa testimoniare la carità concretamente nel suo ambiente, secondo i propri mezzi.