Pubblicato nel numero di Aprile 2011
Pare che ormai sia certo: in Italia le donne lavorano più degli uomini. Secondo una recente ricerca, infatti, il gentil sesso lavora 8 ore e 30 minuti al giorno contro le 7 ore e 23 minuti degli uomini. Questa la media giornaliera ottenuta calcolando come lavoro, e come giusto che sia, non solo quello per così dire impiegatizio, ma anche quello speso dalle donne per sbrigare le faccende domestiche, accompagnare i figli in palestra, scuola, piscina, fare la spesa nei supermercati e quant’altro. Morale della favola, alla fine della sua vita una donna ha lavorato tre anni e tre mesi in più dell’uomo. Sarà vero? Sarà una bufala? Mah. Certo che qualche lavoretto in più tra ufficio e casa le donne lo fanno, solo che mi piacerebbe spezzare una lancia a favore dei maschietti sottolineando come altre statistiche mettono in evidenza che sono più degli uomini le donne single e che la durata media della vita di una donna è di gran lunga superiore a quella di un uomo, per cui è facile che buona parte dei lavori vengono svolti dalla donna quando il suo compagno è già passato a miglior vita, quindi chi dovrebbe farli sti’ lavori? E le nostre mogli e compagne però non perdono mai l’occasione per sottolineare come noi uomini rispetto a loro siamo dei fannulloni. A volte diventano persino ossessive, e quindi come non essere dalla sua parte e compatire il palermitano che, agli arresti domiciliari, è evaso per recarsi alla più vicina stazione dei carabinieri per farsi arrestare pur di non dover più sopportare le angherie verbali della moglie? Sono dalla sua parte, certo, e lo compatisco e gli sono ancora più vicino perché purtroppo per lui, processato per direttissima, è stato di nuovo condannato, con allungamento della pena, e sottoposto di nuovo ai domiciliari, in casa sua, dove la moglie lo attendeva a piè fermo sull’uscio. Poverino. Peggio ha fatto invece un francese, che ha avvelenato la moglie rea di lavorare troppo e di trascurarlo. La polizia ci ha messo però 4 anni prima che confessasse l’accaduto, qualche mese fa. Ma c’è anche il rovescio della medaglia, ed è accaduto a Londra. Lui, in luna di miele la moglie l’aveva portata a visitare esclusivamente depositi di autobus. Appena tornati da quell’insolito viaggio di nozze, compiuto tutto a bordo di autobus e autocorriere, le aveva chiesto un piccolo favore: riordinargli le foto. Trentaseimila immagini: tutte di autobus. E pochi mesi dopo aveva provocato un incidente stradale, nel quale la moglie era rimasta seriamente ferita, perché mentre guidava si era distratto: per guardare un autobus.
Così, a soli nove mesi dal matrimonio, Anna Smith, la sua compagna, non ce l’ha più fatta e gli ha lanciato il suo ultimatum: «Scegli, o l’autobus o la moglie». Lui, per riflettere, ha fatto un giro in autobus. E lei ha chiesto il divorzio.