“Le mie canzoni parlano d’amore su questo non ci pioveˮ. Basterebbe probabilmente la spontaneità con cui Riccardo Fogli, durante il suo concerto a Potenza, Domenica 11 Maggio in Contrada Trinità Sicilia, ha parlato dei testi dei suoi brani, per sconfessare le critiche piovutegli addosso recentemente, per aver suonato in terra di Crimea, all’indomani della secessione della repubblica dall’Ucraina e della riannessione alla Russia. In occasione di quel concerto allo storico cantante di origini toscane fu imputata non solo la partecipazione stessa all’evento, ma anche il sapore festaiolo e stradaiolo di alcune sue dichiarazioni riguardanti l’atmosfera percepita al suo arrivo a Sebastopoli.
Quattro bandiere italiane sventolano ai lati del palco, su cui Riccardo e la sua band salgono per le 22, di ritorno da una intervista presso la sede regionale della Rai, attesa ben gestita dal Comitato di quartiere che ha allestito scoppiettanti fuochi pirotecnici per il numeroso pubblico accorso. Il freddo incalza e Riccardo non cerca certo di nasconderlo, con tanto di cappuccio a coprire la sua folta chioma bianca e movimenti che vorrebbero esorcizzare le poco miti temperature che lo accolgono in questa sera di Maggio potentina.
“Peccato per il freddo e per non avere almeno trent’anni di menoˮ esordisce con queste parole l’ex leader dei Pooh, prima di sfoderare un repertorio fatto di hit memorabili e canzoni evergreen, sia del periodo in cui fu legato artisticamente ai Pooh, sia della sua discografia da solista, entrati di diritto nella storia della musica leggera italiana. Si comincia con Piccola Katy, storia di una ragazzina, che dopo le prime esperienze d’amore, tenta la fuga notturna da casa, uno dei brani di maggior successo commerciale dei Pooh, all’epoca interpretata su disco proprio da Riccardo, frontman e bassista della band. A seguire Noi due nel mondo e nell’anima, Mondo e Io ti prego d’ascoltare, brano in quest’ultimo “ in cui racconto di come l’amore non sia sempre perfetto, non guardate me non è colpa mia, e cerco di tematizzarlo senza cadere nella banalità ˮ.
A seguire l’inserto violinistico di Che ne sai, tratto da un omonimo album solista del 1979, in cui Fogli canta di “quell’amore più forte di tutte le nostre infedeltà ˮ ed un brano Per Lucia, interpretato nel 1983 all’Eurovision Song Contest, la canzone di due giovani innamorati che sognano di vivere una vita insieme e la cui vita è ad un certo punto separate dalle frontiere, quelle del muro berlinese, che li rende distanti, pur essendo geograficamente vicinissimi. I muri, lasciamoli perdere..ˮ.
Arriva poi, preannunciata da una lunga intro di tastiera la canzone manifesto del cantante toscano, Storie di tutti i giorni, hit che ha consacrato la sua carriera solista, consentendogli nel 1982 di piazzarsi primo al Festival di Sanremo. Vittoria mutilata dalle critiche dei maligni, ma brano che è in assoluto tra le migliori canzoni italiane di sempre, con il suo incedere malinconico che a ritmi sostenuti racconta la vita di “ tutti i giorni della maggior parte della gente. Storie che non fanno rumore, come una stanza chiusa a chiave, di persone senza grossi guai, ma senza neanche grandi trionfi, che si innamora per niente, e i cui giorni passano con un amore che non è grande come vorrebberoˮ.
La serata prosegue con altre interpretazioni tra cui Alessandra, Quando una lei va via, e perle senza tempo del calibro di Per malinconia, Pensiero e l’intensa Tanta voglia di lei, condite da spezzoni di cover rock suonate dalla band, che regala al pubblico anche le cover integrali di I miglior anni della nostra vita di Renato Zero e Help dei Beatles, ovviamente interpretate dalla voce di Riccardo, che richiama l’attenzione sulle influenze beat dei dischi di esordio dei Pooh, “partoriti all’epoca dei figli dei fiori, in cui si inneggiava alla pace e all’amore come valori universali in grado di rendere il nostro mondo finalmente migliore.ˮ