MORTI BIANCHE

Si rimane sempre estremamente sconcertati osservando lo spaventoso numero di morti sul lavoro (si parla di circa morti all’anno in Italia!). Per non parlare poi della vertiginosa cifra di tutti coloro che sono rimasti gravemente feriti o invalidi per il resto della vita. Un vero e proprio “bollettino da guerra”!   Proprio il lavoro, cardine costituzionale ed effettivo del nostro stato, anziché promotore di prosperità e di sviluppo, si rivela spesso distributore di lutti e sofferenze per un numero cospicuo di cittadini.

Questo fenomeno, usualmente definito delle “morti bianche”, non può lasciare inerte la nostra coscienza di uomini e di cittadini, perché rappresenta la manifestazione più eclatante di ingiustizia diffusa, che a volte sembra spadroneggiare nella nostra società, preferendo colpire, come sempre, i più deboli e gli ultimi nella scala sociale.

Questa grande diffusione dell’economia globalizzata e dell’idea che il profitto ne sia l’unico motore trainante, mostra che dietro l’espansione economica mondiale si celano contraddizioni inammissibili, alle quali si deve, sulla base di un imperativo morale prima ancora che politico o di altra specie, trovare un rimedio urgente. Non si può ancora tollerare, come nei primi anni dell’ottocento, un modello economico disposto anche a immolare delle vittime sull’altare della produttività.

I costi della sicurezza nei luoghi di lavoro, che certamente ci sono, non possono essere considerati superflue imposizioni che gravano come zavorra sui bilanci aziendali. Non devono essere tollerati atteggiamenti e comportamenti furbeschi atti a eludere o limitare le dotazioni di sicurezza in azienda, anche perché simili condotte, che vanno pesantemente sanzionate, in primis – come detto – per una questione morale, ma anche perché questi insani comportamenti danneggerebbero proprio le imprese che più responsabilmente e coscienziosamente dedicano al tema della sicurezza dei lavoratori risorse adeguate.

Si spera che lo Stato, detentore del potere impositivo per far rispettare le regole, lo faccia con convinzione e decisione in tutti i campi, in particolare su questo che provoca lutti totalmente ingiusti.

Non dimentichiamo inoltre che, oltre agli incidenti sul lavoro che avvengono sul luogo di lavoro, numerosi sono gli incidenti che si verificano per raggiungere il posto di lavoro o per tornare da esso. Le strade italiane sono un altro distributore di lutti, molti proprio nei confronti di persone che si muovono per lavoro.

Qui lo Stato con i suoi apparati connessi, quale gestore e/o controllore della viabilità, è ancor più direttamente chiamato in causa a rispondere e a provvedere per mettere fine a questa carneficina.