La Fanfara 10° Battaglione Carabinieri della Campania ha aperto in grande stile il sipario alle celebrazioni del 45simo anniversario di attività dell’Istituto Padri Trinitari di Venosa che opera su tutto il territorio della Basilicata, da alcuni anni anche grazie al supporto della struttura di Bernalda, per offrire accoglienza ai ragazzi dotati di diverse abilità.
Il concerto, svoltosi in presenza delle più alte cariche dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, è stato lo spunto per rendere omaggio a una struttura che, come ha sottolineato il Commissario Prefettizio Rosa Correale, trasuda di “una osmosi ideale di un impegno encomiabile”, la dimostrazione tangibile di come “il bello e il buono aiuti ad alleviare le sofferenze”.
Il vice-prefetto Correale ha poi aggiunto: “Padre Angelo meriterebbe un premio Nobel perché questa struttura è la testimonianza palese che di fronte alla sofferenza, le difficoltà che viviamo nella quotidianità diventano piccolezze”. Immancabile la presenza del superiore e ministro provinciale, Padre Gino Buccarello, che ha voluto sottolineare il ruolo di Venosa nella veste di comunità educante.
“Poche sono le cose che resistono al tempo; da una parte un ordine religioso antico, alle spalle otto secoli di storia al servizio dei poveri, degli umili ed oppressi, dall’altro una città accogliente; ecco che il miracolo si realizza” chiosa il Padre generale dell’Istituto Padri Trinitari. “Qui – ha aggiunto – i ragazzi non sono semplici utenti o ospiti di una struttura ma cittadini di una comunità, in loro troviamo Gesù che ci chiede di intercedere”.
“L’evento – ha commentato, in esclusiva al “Lucano magazine”, il capitano Vincenzo Varriale del Comando di Venosa – è stato realizzato in coincidenza con le celebrazioni dei 200 anni dell’Arma dei Carabinieri. Abbiamo deciso, così, di creare un connubio con l’Istituto dei Padri Trinitari che, operando nel sociale, rispetta il nostro spirito, quello di offrire un servizio alla gente. Molto spesso i cittadini hanno bisogno sì della sicurezza, ma ancor più di un confronto, uno scambio, una parola amica”.
A sottolineare la profondità di sentimento che irraggia dal lavoro di questa struttura, il generale Vincenzo Procacci, Comandante della Legione Carabinieri di Basilicata, il cui intervento si è imperniato sul dialogo tra l’Istituto dei Padri Trinitari e la comunità che in tanti anni ha dimostrato questi ragazzi una grande maturità di coscienza. Anche il viceministro Filippo Bubbico, da sempre molto vicino alla struttura e al suo valore socio-educativo, pur non potendo presenziare, non si è sottratto ad un messaggio di sentita gratitudine “per una realtà che ha dato molto alla Basilicata in termini di formazione e di recupero, di opportunità e di inclusione sociale, di assistenza e di riabilitazione”.
Al “Lucano magazine”, il direttore Padre Angelo Angelo Cipollone rivela: “Cerchiamo di far volare i ragazzi con due tipi di ali; da un lato le ali della riabilitazione e della formazione, dall’altro quelle della capacità di inserimento nel mondo del lavoro, un passaggio fondamentale nella dignità di ogni uomo”. “Quarantacinque anni di attività – continua -possono essere tanti ma anche troppo pochi, io mi auguro di poter lavorare ancora per molto tempo e cercare di offrire a questa ragazzi il meglio”.
Una struttura, quella dei Padri Trinitari dove i ragazzi non trovano soltanto ospitalità e solidarietà ma anche una famiglia, una casa che li accoglie, una dimora. E ancora riescono ad ambientarsi perfettamente a un’architettura creata appositamente per favorire l’inclusione sociale; un sistema di riabilitazione non occlusivo, ma aperto e vitale, dove i ragazzi, con l’aiuto di personale specializzato (medici, infermieri, operatori socio-assistenziali e di riabilitazione, educatori professionali, personale di servizio), possono integrarsi perfettamente nel tessuto sociale, in una comunità che li abbraccia senza pregiudizio o supponenza.
Poi, Padre Angelo Cipollone, visibilmente commosso, ha colto l’occasione per ringraziare i presenti: “Quando tornerò nella struttura dirò ai ragazzi che non sono soli, c’è tanta gente che vi vuole bene” e ha aggiunto il direttore Cipollone – l’ho sempre costatato in questi anni che i nostri ragazzi sono amati in tutto il territorio e non soltanto dalla città di Venosa”.
La serata è stata animata dall’educatore Vincenzo Lagala che, in veste di presentatore, ha intrattenuto il pubblico. Così si è conclusa soltanto una parentesi dei festeggiamenti che dureranno per tutto il 2014, non solo per celebrare i 45 anni di attività della struttura di Venosa ma anche per elogiare il lavoro che sta svolgendo la neo-struttura riabilitativa di Bernalda.