Martedì 15 Aprile, presso la Sala dei Convegni del Museo Archeologico Provinciale di Via Ciccotti, si è svolto il Convegno della sezione di Potenza della F.I.D.A.P.A sul difficile rapporto tra la donna, le istituzioni e la politica. Dopo i saluti di Licia Viggiani, Presidente della sezione potentina, Daniela Benedetto, Referente della Commissione Legislazione di sezione, si è interrogata sulle ragioni del coinvolgimento femminile con politica e istituzioni, esprimendo una certa perplessità sull’utilità dei provvedimenti legislativi ad hoc tesi a promuovere la partecipazione attiva delle donne alla vita pubblica.
Da un sondaggio rivolto alle socie Fidapa, è emerso che a ostacolare la partecipazione femminile alla vita politica concorrono pregiudizi sull’età, ritenuta erroneamente alta per avanzare una candidatura, la convinzione che sia necessario disporre della struttura di un partito politico, gli impegni che la vita familiare comporta e la credenza, di non possedere una preparazione adeguata.ˮ
Lo storico Francesco Calabrese, docente di materie classiche oltre che guida museale presso la Galleria Civica di Potenza, ha invece relazionato sul tema Dal suffragio universale femminile alla partecipazione femminile, rievocando magistralmente le tappe salienti del percorso che ha condotto all’emancipazione politica della donna, nel passaggio dall’ancien règime allo stato moderno. Si è partiti dalla figura settecentesca di Madame Roland, che parlava di uguaglianza de facto e de iure tra uomini e donne in politica, ed è stata il prototipo di donna, quella politicamente impegnata, relegata nel 700’ nei casi migliori all’interno di qualche salotto, per arrivare all’esaltazione della figura di Margaret Thacther, genio politico al femminile, unica donna in grado di ricoprire la carica di Primo Ministro del Regno Unito, militando tra l’altro nelle fila dell’ osteggiato partito conservatore.
La psicologa Fabiola Santicchio, ha parlato di Autonomia e dipendenza nelle relazioni di potere femminili, evidenziando come nelle donne troppo spesso vi sia la tendenza a delegare il potere del proprio agire, e del loro stesso essere pensante a qualcun altro. Si tratta di un meccanismo, che può essere superato soltanto se si individua liberamente quella condizione che percepiamo come nostra, nella quale ci sentiamo a nostro agio.
L’intervento conclusivo è stato affidato ad un ospite d’eccezione, la senatrice Adriana Poli Bortone, la cui esperienza politica inizia nel 67’, eletta alle comunali di Lecce, dopo anni brillanti come docente liceale ed universitaria di latino. La senatrice, ha dichiarato che “Le donne hanno una maggiore sensibilità e predisposizione nel comprendere le ragioni degli altri. Fare politica richiede assoluta convinzione delle proprie idee e una stabilità affettiva di tipo familiare, oltre che lavorativa”. Si è dichiarata inoltre ostile ai politici di professione, che spesso senza una solida formazione esercitano i propri mandati in maniera improvvisata.