Spesso camminando per i vicoli dei nostri paesi ci lasciamo affascinare da nuove scoperte, targhe, dipinti elementi architettonici o più semplicemente naturali che si affacciano all’improvviso nelle nostre traiettorie visuali regalandoci l’illusione della scoperta, già la scoperta, qualcosa di sconosciuto che si palesa in tutta la sua pienezza e ricchezza di suggestione e bellezza, spesso difronte a qualcosa di nuovo restiamo colpiti con la voglia di approfondire e scoprire nuove realtà. Troppo spesso, però, dimentichiamo che quello che per noi è una scoperta in realtà e li da secoli con tutti i suoi misteri o con tutta la sua storia, gran parte del territorio Lucano è ricco di testimonianze storiche che narrano alle nuove generazioni di un passato ricco e variegato, di culture, civiltà e provenienze diverse.
Il genio, l’intelletto, la fantasia, le enormi capacità degli Italiani, ci hanno reso uno dei popoli più amati ed apprezzati in ambito Internazionale, certo, spesso scomodi, proprio perché popolo di virtuosi ma che hanno narrato al mondo di gesta, invenzioni e bellezza a 360° .
La memoria tuttavia è labile e rispetto al denaro diventa completamente nulla, tanto da sperperare, oggi, gran parte dello stesso, con atti di inaudita violenza nei confronti della sua “Suprema ed Alta Bellezza” ad ogni ordine e grado, spesso non si sa, non si conosce, tanto da diventare figli del niente e di nessuno, così una scoperta nuova ha almeno 100 anni o giù di li!!!
Mi ritrovo a parlare di tipicità, di memoria, di cultura trovando terreno fertile su cui seminare, tanto che una notizia di vent’anni fa riesce a far più rumore della notizia di domani, scusate il gioco di parole ma è proprio quello che intendo, sto scrivendo proprio come lo sto pensando, proprio perché è la semplicità, l’immediatezza, l’unica cosa che oggi, forse, arriva agli altri. Viviamo su una terra che tanto ci ha dato e tanto ancora potrà darci, ma che sta disperatamente chiedendo aiuto, c’è chi vince un Oscar con un film che si chiama “La grande Bellezza” ma che in realtà riproduce in maniera magistrale uno spaccato storico, culturale, contemporaneo e moderno, drammaticamente vuoto, bello, sì bello (malgrado tutto).
Così, ci innamoriamo delle nostre passioni, dei nostri conflitti e tutto ciò che ci appartiene diventa figlio unico della nostra solitudine, siamo nel periodo Pasquale e va riconosciuto a questo piccolo, grande, papa la capacità e l’immediatezza nella comunicazione, sembra che la religione cristiana sia nuovamente a portata di mano con i suoi simboli e la sua forza, ci sono storie che sono degne di essere raccontate proprio perché fanno perno: sulla bellezza, sulla capacità, sulla tradizione ma più di tutto sulla passione, sulla forza ed il coraggio di essere uomini tra gli uomini avvalendosi del territorio, della storia e perché no del sostegno della famiglia che se libera e forte riesce a tenere in piedi i suoi figli.
C’è un posto in Basilicata, uno dei tanti in questa terra, dove un uomo avvalendosi della collaborazione della storia, della cultura, della famiglia, ma soprattutto della passione ha messo su una attività commerciale, tipico esempio di come sia possibile ancora oggi, aggrapparsi ai sogni e grazie ad essi riuscire, quando non si è più tanto giovani, in un’impresa titanica per una terra come questa, è vero siamo a Pasqua non a Natale, dove c’è sempre un lieto fine, ma siamo nel periodo in cui il tema della “Rinascita” la fa da padrone e vi racconto questa storia proprio perché è importante ad un certo punto, in un momento dove di speranze ce ne sono ben poche dire: “che è possibile….si può fare….certo con sacrificio, impegno, collaborazione e tanta voglia di riuscire!!!”
Pasquale Favulli, classe 1949, nel 2009 decide ad un certo punto di seguire ed inseguire un sogno, da sempre cuoco provetto per passione organizza e prepara pranzi e cene per amici e conoscenti tanto che tutti in famiglia, rassegnati lo lasciano fare, senza interferire in alcun modo, spesso godendo, essi stessi delle prelibatezze, tutte tradizionali del territorio Pietragallese che egli si diletta a preparare, senza dimenticare di arricchire le sue ricette con simpatici e succulenti aneddoti legati alle origini del piatto.
Oggi, la sua attività si avvale della collaborazione dei suoi figli, tutti votati alla sua causa e così, un po’ per gioco, un po’ per passione, non me ne voglia il Sig. Pasquale se insisto sull’età ma un uomo con un vissuto alle spalle dà l’esempio alle nuove generazioni di come sia possibile reinventarsi, credere in una possibilità dettata dall’ incoscienza e dal piacere, nel suo Ristorante tutto parla del Territorio Lucano, tutti piatti tipici, fatti seguendo riti antichi, non c’è innovazione, c’è tipicità: Pasta con la mollica, Bollito con cicoria campestre, Orecchiette al sugo, Cavatelli fatti in casa con cacio ricotta o con cime di rape, baccalà arrosto con olio, basilico e prezzemolo, la cicoria della zit’, agnello alla zi’ Filumena, ovviamente anche il vino è rigorosamente della casa e tanto altro ancora, dagli affettati, ai dolci, insomma tutto figlio del territorio e della tradizione.