“…no, no, proprio no, stavolta non voto né per gli uni, né per gli altri! tanto si sa come va a finire…”
Queste parole, espresse con convinzione da un anziano signore seduto in buona compagnia su una panchina di una pubblica via, contornate anche da vistosi gesti di stizza e disappunto, innescano riflessioni che sollevano un certo numero di dubbi e interrogativi. Il primo è questo: la nutrita schiera a cui appartiene il signore della panchina, che esprime la loro insoddisfazione mediante il non voto, non avrebbe in qualche modo diritto ad ottenere una sorta di rappresentanza nei vari consessi politici? Se diciamo di sì, sorge il secondo interrogativo: Come?!? Si potrebbe pensare, ad esempio, di assegnare seggi vuoti in proporzione al numero di schede bianche o volontariamente annullate e depositate nelle urne. Ma – e qui un altro dubbio! – questa soluzione avrebbe poi un qualche peso sulle decisioni politiche prese nelle sedi ove fosse applicata? Sembrerebbe di no, giacché ad avere voce in capitolo e a decidere sul da farsi sarebbero comunque gli occupanti i seggi assegnati alle varie liste, che, dunque, manterrebbero il loro proporzionale rapporto di forza. Perlomeno, però, si otterrebbe un risparmio sulle indennità che non verrebbero più corrisposte per il numero dei seggi vuoti, dando in qualche maniera soddisfazione ai legittimi sentimenti di delusione dei “nulla-votanti”, che verrebbero in qualche modo ripagati del loro malcontento. Peraltro ciò incentiverebbe un più proficuo impegno e una maggiore vicinanza da parte dei politici nei confronti dell’elettorato scontento, magari per strappare qualche voto e occupare qualche seggio destinato altrimenti a restare vuoto. Tanti benefici, dunque. Ma allora perché mai non si fa una legge che introduca la possibilità di lasciare vuoti i posti che l’elettorato non intende attribuire? Presto detto. La legge, naturalmente, dovrebbe essere proposta in Parlamento ed approvata dalle Camere. Beh, difficile immaginare il parlamentare di turno, che tanto ha lottato per quella ambita poltrona a Montecitorio, che vota per deliberare una legge che potrebbe prescrivergli di porgere i saluti e avviarsi all’uscita! Dunque – e qui un altro dubbio – una siffatta legge vedrà mai la luce?