LA CITTÀ DEI SASSI TRASLOCA IN PUGLIA?

Depositata la richiesta di referendum per il trasferimento: attesa entro 15 giorni la risposta del Consiglio Comunale sull’ammissibilità

E se la città che ci ha visto nascere e crescere “cambiasse residenza”? E se Matera si trasferisse in Puglia? È dello scorso 10 ottobre la richiesta avanzata dagli ex senatori lucani, Tito Di Maggio e Corrado Danzi, circa “l’indizione del referendum per decidere sul trasferimento della città, dalla Basilicata alla Puglia”. «Con questo passaggio – hanno riferito gli ex senatori – avviamo formalmente l’iter per consentire ai cittadini materani di esprimersi sulla permanenza della città in Basilicata o sul suo passaggio in Puglia. Crediamo si tratti di una consultazione necessaria visto il momento storico che sta vivendo Matera, che potrebbe determinare un effetto domino nella decomposizione di un sistema regionale che sta mostrando tutti i suoi limiti».

Spetterà al Consiglio Comunale, poi, pronunciarsi entro 15 giornisull’ammissibilità per materia e sulla formulazione del quesito, che dovrà essere breve e comprensibile. Nei successivi 15 giorni, la decisione dovrà essere comunicata ai proponenti che, a quel punto, avranno 60 giorni di tempo per raccogliere le firme necessarie che saranno validate sempre dalla Segreteria comunale nei successivi 30 giorni. Infine, il referendum dovrà essere indetto nei 120 giorni successivi alla presentazione delle firme”. Di fronte a un’ipotesi di pura provocazione politica, Di Maggio e Danzi hanno ribadito: «Il nostro è un progetto che ha come scopo quello di stimolare il protagonismo della città con azioni dirompenti che riteniamo necessarie per consentire a Matera di ricevere le attenzioni che merita e che possono consentirle di accelerare e amplificare i suoi processi di sviluppo. Non si tratta di provocazioni, ma di vere e proprie azioni che intendiamo concretizzare senza ulteriori indugi e senza soste fino all’obiettivo finale».

Non è tardato ad arrivare il commento del Sindaco della Città dei Sassi, Domenico Bennardi, che ha dichiarato: «Matera riceve granché in termini di riconoscimento e attenzione da parte della Regione Basilicata: basti guardare alla Sanità, rispetto alla quale c’è un divario evidente tra le due Province, a scapito del trascurato Materano. Per non parlare delle Fiere Nazionali sul Turismo dove Matera, prima meta mondiale ormai, è ospite discreto e defilato in uno stand della Basilicata, nel quale meriterebbe maggiore spazio e visibilità. La Regione, a mio avviso, dovrebbe avere come strategia vincente quella di spingere al massimo Matera, autentica gemma e traino anche per le bellissime due Province». E a proposito della questione trasporti e infrastrutture: «Alcune zone della nostra bella Provincia – ha aggiunto Bennardi – sono ai limiti dell’isolamento, con strade in condizioni pietose. Situazioni che ci fanno sentire trascurati, con i giovani che appena possono scappano via. La denatalità, ormai, è preoccupante. Leggo titoli tratti da note ufficiali della Regione, che esaltano giustamente Potenza capace di spiccare il volo, ma qualcuno dovrebbe ricordare che Matera lo ha già fatto, essendo ormai la meta più desiderata al mondo. Quindi, non possiamo metterla nell’angolino di uno stand della Basilicata alle Fiere Internazionali del Turismo. Almeno su questo, dobbiamo essere tutti d’accordo. Volendo usare una metafora calcistica è come avere in squadra Maradona e relegarlo in difesa».

Per una città come Matera che è sempre stata pronta a restaurare la propria superficie da cartolina, il “trasloco” in Puglia corrisponderebbe, probabilmente, a un grande impegno emotivo: impacchettare la propria lucanità e metterla da parte per confrontarsi con un nuovo contesto socio-economico e culturale equivarrebbe a un’opportunità di crescita ma, allo stesso tempo, potrebbe andare a minare la sua identità, da sempre riconosciuta e valorizzata dalla sua gente, ed “esportata” dai tanti turisti che continuano a fare sosta in città. La fascinazione urbana di Matera, ravvisata e affermata anche grazie ai Sassi, ha messo a punto una cultura della memoria collettiva e condivisa che va a delineare meglio il volto della città. Un ritratto, questo, fatto di spazi, edifici, infrastrutture e servizi, esperienze culturali che permettono di sentirsi parte di quella realtà a tutto tondo. Matera, in fin dei conti, non è mai stata un territorio immobile, cristallizzato nella “routine di città”: siamo di fronte all’immagine di una città emergente che ha sempre fatto dell’ospitalità la sua dimostrazione d’affetto e di rispetto verso le proprie radici lucane, le uniche fondamenta che non potranno mai sfaldarsi, neppure di fronte a un possibile cambio di residenza della città nella vicina Puglia.

Miriam Galgano