I gestori delle strutture ricettive hanno tempo fino alla fine di ottobre: dal 1° novembre scatteranno le sanzioni
A partire dallo scorso 28 agosto, la Regione Basilicata assieme alla Campania, al Lazio, al Friuli-Venezia Giulia, all’Umbria, alla Toscana, e alla Provincia Autonoma di Trento, è presente nella Banca Dati Nazionale delle strutture ricettive e degli immobili destinati a locazione breve e per finalità turistiche (BDSR). Le restanti Regioni, vale a dire Valle d’Aosta, Veneto, Provincia autonoma di Bolzano, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Abruzzo, Molise, Calabria, Puglia e Isole, risultano già incluse. I gestori delle strutture ricettive site in Basilicata potranno richiedere tramite l’apposita piattaforma il CIN (Codice identificativo Nazionale): si tratta di una sequenza alfanumerica da esporre obbligatoriamente all’esterno delle singole strutture e degli immobili, ai sensi dell’art. 13-ter del Dl n.145/2023.
«L’introduzione del Cin – ha commentato Antonio Nicoletti, direttore generale di Apt Basilicata – è un’innovazione attesa da tempo. Gli uffici preposti di Apt Basilicata sono a disposizione degli utenti per accompagnare il sistema turistico ricettivo lucano in questa importante fase di transizione. Raccomandiamo la massima attenzione da parte di tutti per raggiungere, con questa notizia, anche in quanti rientrino nelle cosiddette categorie degli “affitti brevi”, che ai sensi della normativa nazionale dovranno obbligatoriamente iscriversi alla Banca Dati».
COME SI OTTIENE IL CIN
Come primo requisito, occorre essere iscritti nell’anagrafe del sistema ricettivo della Basilicata. Le modalità di iscrizione possono essere visualizzate consultando il sito www.aptbasilicata.it. Una volta ultimata l’iscrizione, il gestore della struttura che ha fatto domanda potrà ricevere il CIN tramite procedura automatizzata del Ministero del Turismo. Se l’accesso viene effettuato mediante piattaforma digitale, i titolari avranno la possibilità di verificare i dati relativi alle strutture collegate al proprio codice fiscale, integrando informazioni mancanti e segnalando eventuali modifiche prima di ottenere il CIN.
Va ricordato, inoltre, che gli operatori turistici hanno tempo fino alla fine del mese di ottobre per mettersi in regola con l’iscrizione e l’ottenimento del CIN. Dal 1° novembre scatteranno le sanzioniper le strutture che risulteranno non conformi ai requisiti previsti dal decreto. Nello specifico, le sanzioni per le strutture sprovviste di CIN varieranno dagli 800 agli 8mila euro: tutto sarà calcolato in base alle dimensioni delle singole unità immobiliari. Per chi, invece, non espone e non indica il CIN, le sanzioni oscilleranno da un minimo di 500 a un massimo di 5mila euro: anche in questo caso, la cifra dipenderà dalle dimensioni della struttura. Prevista, infine, un’altra sanzione relativa all’obbligo di rimozione immediata dell’eventuale annuncio irregolare pubblicato. Così facendo, verrà assicurato un elevato standard di qualità nel settore ricettivo e saranno tutelati i diritti dei turisti e dei gestori onesti.
VERSO UN TURISMO PIÙ TRASPARENTE
Con l’adozione del CIN, il patrimonio turistico regionale si muoverà sulla scia della disciplina e della trasparenza, due elementi chiave per la valorizzazione del nostro territorio e per il riconoscimento dell’importante lavoro svolto quotidianamente dagli operatori turistici. Le strutture ricettive fungono, in tal senso, da intermediari tra gestore e turista: entrambi sono responsabili dello sviluppo del territorio. L’operatore turistico, infatti, s’impegna a soddisfare tutte le esigenze dei vacanzieri. Affinché una struttura funzioni, c’è bisogno anche di un team in grado di entrare nel cuore dei turisti: la flessibilità, la disponibilità, la gentilezza sono tutti fattori indispensabili per trasformare una struttura ricettiva come tante altre in un posto accogliente e sempre pronto a far star bene chiunque decida di farvi sosta.
I potenziali viaggiatori, dal canto loro, potranno essere i testimoni di un soggiorno ben riuscito senza escludere la possibilità di farvi ritorno. Un terzo elemento che va ad aggiungersi alla disciplina e alla trasparenza è la fidelizzazione: restare nella mente di un cliente, magari donando loro un souvenir o un prodotto gastronomico locale al momento del check-out, è un obiettivo che non passa mai di moda e che consentirà ai turisti di alimentare il giusto passaparola con amici e parenti che non perderanno occasione di andare alla scoperta dei nostri territori.
Miriam Galgano