Giuseppe Disabato, chaperon e gestore sala “Cine-Teatro N. Andrisani” di Montescaglioso: «La scelta che abbiamo fatto vent’anni fa conferma l’interessamento dei ragazzi al mondo del cinema»
«Di tutti i Festival del Cinema, quello di Giffoni è il più necessario». Così il regista, sceneggiatore, produttore e critico cinematografico francese François Roland Truffaut che, nell’estate del 1982, fu ospite al Giffoni Film Festival assieme alla compagna Fanny Ardant. «I ragazzi sono molto importanti nella vita reale – esordì all’epoca il maestro della settima arte – ma non hanno la stessa importanza nel cinema, dove rivestono un ruolo secondario». A distanza di anni, quella sua affermazione risuona sempre più essenziale, fondamentale, imprescindibile, per l’appunto necessaria. Perché il Giffoni si presenta esattamente così: un Festival rivoluzionario in grado di posizionare al centro delle pellicole cinematografiche i giovani provenienti da tutto il mondo, interpreti indiscussi di un entusiasmante viaggio chiamato vita, fatto di “scene” sempre nuove e cariche di suspense con un finale ancora tutto da scrivere.
Nato nel 1971 da un’idea del direttore, allora appena 18enne, Claudio Gubitosi, il Festival si conferma ancora oggi la più importante rassegna cinematografica internazionale con sede nel Salernitano, precisamente a Giffoni Valle Piana, pensata per bambini e ragazzi che, nelle vesti di veri e propri giurati, sono chiamati a visionare i film in concorso e a discuterne con registi e attori, prima di scegliere la pellicola vincitrice. Per i dieci giorni del Festival, i giurati hanno la possibilità di incontrare vari ospiti, porre loro domande, prima di accaparrarsi il selfie con l’attore preferito o un autografo da conservare, per sempre, nel loro nastro dei ricordi. I giurati sono suddivisi in varie sezioni, facilmente riconoscibili per il colore delle loro t-shirt. A partire dal 2009, le giurie sono state così ripartite:
- ELEMENTS +3: bambini dai 3 ai 5 anni;
- ELEMENTS +6: bambini dai 6 ai 9 anni;
- ELEMENTS +10: ragazzi dai 10 ai 12 anni;
- GENERATOR +13: ragazzi dai 13 ai 15 anni;
- GENERATOR +16: ragazzi dai 16 ai 17 anni;
- GENERATOR +18: ragazzi dai 18 anni in su;
- GEX DOC: sezione di cinema documentario aperta a tutti;
- MASTERCLASS: sezione speciale per ragazzi tra i 18 e i 25 anni, guidati da artisti, maestri e liberi pensatori strettamente legati al mondo del cinema, della Tv e del giornalismo, in un iter strutturato in lezioni, incontri e spazi di approfondimento.
Il tema della 54esima edizione, che si svolgerà dal 19 al 28 luglio 2024 con circa 5mila giurati provenienti da oltre 30 Paesi di tutto il mondo, è “L’illusione della Distanza”. Una tematica che, a detta degli organizzatori, diviene “urgente nella nostra era definita dalla connettività digitale perché evidenzia un paradosso, indica i pericoli del senso di isolamento che si insinua nella vita delle nuove generazioni con la paura dell’altro, del diverso, del lontano, con l’inganno di sentirsi separati. Un invito, dunque, a ritrovare i sentieri e a scoprire i legami invisibili che esistono, nonostante le apparenti divisioni, e a inventarne di nuovi, per rivelare quanto siamo incredibilmente prossimi, indissolubilmente uniti”. L’immagine, raffigurante due profili sprovvisti di genere ed etnia e collocati all’interno di un’area onirica, completamente estranea alle coordinate spazio-temporali e in cui tutti possono ricongiungersi, è stata realizzata da undici artisti: Bianca Costanzo, Chiara Ferrante, Diana De Stefano, Elisa Patafio, Emma Graziani, Giulia Minella, Giusy Lambiasi, Leandro Forte, Marica Mastromarino, Simone Castelluccio, Venera Leone.
I GIURATI LUCANI SI PREPARANO ALLA NUOVA EDIZIONE DEL GFF
Anche la Regione Basilicata, da sempre terra celebrativa del cinema, rinnova ogni anno il suo appuntamento al Festival grazie alla stretta collaborazione con il “Cine-Teatro N. Andrisani”di Montescaglioso. Un’esperienza, questa, che procede speditamente da almeno una ventina di anni. Complice della buona riuscita è, senza dubbio, la figura di Giuseppe Disabato che, attualmente, gestisce la sala al Cinema Andrisani. «La mia famiglia – spiega Disabato – ha rilevato l’attività del cinematografo nel 1950. All’epoca, i miei familiari gestivano la sala comunale nell’Abbazia Benedettina. Con la chiusura dell’Abbazia per problemi statici, furono liberati tutti gli uffici presenti in quel complesso e si decise di riprendere l’attività nell’attuale sede, che va avanti dal 1970. Dopo il diploma nel ‘99, sono entrato a pieno regime nell’attività di famiglia e, oltre alla consueta programmazione serale, abbiamo dato via anche all’attività mattutina con le scolaresche, esattamente con il docufilm “Gli ultimi giorni” di S. Spielberg. Da quel momento, abbiamo allacciato dei rapporti solidi con tutte le scuole di ogni ordine e grado e poi, nel giro di un paio di anni, la direzione del Cine-Teatro N. Andrisani di Nunzio Nicola Disabato ha dato il via all’attuale progetto, “Vivere il Cinema tra Sogno e Realtà”, la cui direzione artistica è stata affidata a me».
«Dal 2001 al 2003, ci si limitava solo alla visione dei film e al dibattito in sala. Nel 2004, – prosegue Giuseppe – siamo riusciti a portare una delegazione di 50 ragazzi per una giornata tipo al Festival, anche per far comprendere ai docenti l’importanza di questa esperienza. Dal 2005, siamo entrati in giuria con una delegazione di 2 ragazzi per la categoria First Screens, così si chiamava all’epoca, 2 ragazzi per Free To Fly e 2 ragazzi per YGen. Queste sezioni, oggi, vengono chiamate rispettivamente Elements+10, Generator+13 e Generator+16. Così facendo, abbiamo coinvolto l’intera provincia di Matera. Pian piano, questa iniziativa ha preso letteralmente il volo. La partecipazione sempre più numerosa delle scolaresche era un chiaro segnale della buona riuscita della rassegna: tutto veniva svolto nel modo giusto, con tematiche giuste, insomma con film appetibili per ogni fascia d’età».
Per l’anno in corso, diversamente dai precedenti, il gruppo di giurati lucani scelto per partecipare alla 54esima edizione del Festival sarà molto numeroso, soprattutto per la sezione Generator+13. «Ogni anno, – aggiunge Disabato – il Festival ha sempre riservato 4 posti agli Elements+10, 3 posti ai Generator +13 e 2 posti ai Generator+16. Il Gff, inoltre, ha creato una categoria denominata “Giurati di qualità” rivolta ai ragazzi particolarmente meritevoli per gli interventi in sala, per la proprietà di linguaggio adottata, la costanza nelle varie attività. Ogni anno, dunque, dal nuovo gruppo che portavamo al Festival venivano richiamati almeno 3-4 ragazzi come giurati di qualità. Fino al 2019, ci presentavamo al Festival con un gruppo di circa 15 nuovi giurati, a cui si aggiungevano altri 20-25 giurati di qualità. Finivamo, così, con l’essere la delegazione più numerosa presente al Festival con ragazzi che rientravano, poi, in tutte le sezioni».
«Con la pandemia – fa sapere ancora Giuseppe – il Gff ha pensato a una nuova soluzione per circa due anni: per tutte le delegazioni fuori dalla Regione Campania, ci stava la possibilità di creare degli Hub. Per un paio di anni, abbiamo svolto da remoto il Festival. Dal 2022, siamo ritornati in presenza solo con i ragazzi di Generator+13 e Generator+16. Anche quest’anno, saremo presenti con queste due categorie: per i Generator+13 ci saranno 6 giurati e per i Generator+16 ci saranno 2 giurati. Gli Elements+10, al momento, parteciperanno solo per una giornata tipo perché, purtroppo, sono cambiate le regole post-Covid. L’augurio è quello di poter riportare anche i più piccoli in presenza, a partire dal 2025. Ovviamente, non mancheranno un po’ di giurati storici sia in Generator+18 che nella Masterclass. Il nostro gruppo si sta documentando e informando sui film in programma con tutte le tematiche annesse, gli ospiti che vi prenderanno parte, anche per porre domande in riferimento alla loro carriera artistica. Da un po’ di anni a questa parte, stanno arrivando anche talent di serie Tv, YouTubers, Tiktoker, insomma personaggi e nomi appartenenti al nuovo mondo dei social, al nuovo mondo dei ragazzi».
C’È CHI FA IL GIURATO E CHI LO CHAPERON
Quando un giurato viene catapultato, per la prima volta, al centro di questa entusiasmante realtà cinematografica e ne esce tanto arricchito quanto formato come persona, vuol dire che lo chaperon ha fatto un buon lavoro. Lo chaperon non equivale alla semplice figura di accompagnatore, ma è molto di più, e questo Giuseppe lo ha sempre saputo: «La mia prima esperienza è stata a 24 anni. All’epoca, accompagnai il gruppo di 50 persone per trascorrere una giornata tipo. Il vero ruolo da chaperon in giuria è iniziato dal 2005, quando ho accompagnato 6 ragazzi al Festival: quello fu davvero un esame importante nel mio percorso di vita, in quanto le forti emozioni che provavo non dovevano sovrastare le tante responsabilità che avevo, considerando che alcuni ragazzi erano ancora minorenni. Nel corso degli anni, il mio ruolo si è sempre più adeguato ai meccanismi e alle dinamiche del Festival, cresciuto notevolmente con nomi sempre più importanti. Il semplice fatto di riuscire a immortalare quei momenti, oltre ad ascoltare gli incontri con i grandi nomi del Cinema e del Teatro, assorbendone i messaggi e facendo tesoro degli insegnamenti, è stato sinonimo di arricchimento personale e cinematografico».
«Io sono cresciuto in questo mondo – racconta con orgoglio Giuseppe – e “Nuovo Cinema Paradiso” con il piccolo Totò mi ha catapultato a 360° nel cinema. Incontrare, poi, Giuseppe Tornatore e tanti altri nomi è stata un’emozione gigantesca. In tutti questi anni, inoltre, ho percepito anche come è mutato il modo di vivere il Gff da parte dei giovani, tanto curiosi quanto frenetici nel voler trovare il loro posto nel mondo. Tuttavia, il ruolo dello chaperon può diventare anche un po’ complicato perché non si limita alle semplici mansioni di accompagnare e vigilare sull’operato dei ragazzi, ma si trasforma nella figura di un vero e proprio psicologo. Molte volte, infatti, quando noti che qualcosa non procede nel giusto verso e i ragazzi iniziano a manifestare delle preoccupazioni, bisogna essere sempre pronti a intervenire, risolvendo qualsiasi tipo di problema, al fine di dare la possibilità a chiunque di vivere l’esperienza del Gff nel miglior modo possibile. Non è semplice, specialmente per i più piccoli, trascorrere dieci giorni lontani da casa e famiglia».
«Una cosa è certa: in tutti questi anni, – conclude Giuseppe – la voglia di creare un Festival a Montescaglioso non si è mai arrestata. Lo scorso anno, abbiamo partecipato con la nostra Amministrazione a un Bando ministeriale, siamo stati decretati vincitori e abbiamo dato il via alla 1ª edizione del “Cinecreando Festival”, coinvolgendo tutte le fasce d’età. Un’esperienza dalla durata di dieci giorni con film e docufilm, incentrati anche sulla valorizzazione del territorio lucano. Abbiamo avuto esperti formatori in sala che hanno illustrato come è il mondo del cinema e come si lavora. A oggi, è uscito il 2° Bando dove abbiamo partecipato nuovamente, ma non conosciamo ancora le graduatorie. A ogni modo, siamo sempre al passo con le attività e cerchiamo sempre di fare di più per i nostri ragazzi, per la loro formazione. La scelta che abbiamo fatto circa vent’ anni fa è stata più che azzeccata e sono tanto felice quanto fiero di aver formato tanti ragazzi. Molti di loro, che si stanno affermando in svariati ambiti del mondo del lavoro, non hanno mai abbandonato il loro sentimento smisurato verso questo mondo».
Se il cinema, dunque, trasmette un flusso continuo di messaggi che finiscono per incidere su di noi, sulla nostra percezione del mondo, sulle nostre abitudini, sui nostri stessi sentimenti, il Giffoni rappresenta il luogo ideale di personale trasformazione da semplice spettatore a pensatore critico. In questo spicchio di realtà cinematografica, l’incontro-confronto con i propri coetanei e con gli adulti pone le basi per coloro che saranno le donne e gli uomini di domani, sempre alla spasmodica ricerca di affermazione di se stessi all’interno di una caotica società che consente di metterci sempre in discussione. Il classico spettatore che si reca al cinema si limita alla semplice visione del film; lo spettatore giffoniano che sosta per l’intera durata del lungometraggio nella Sala Truffaut e che siede al centro di un suggestivo bombardamento di effetti visivi e sonori sarà in grado, invece, di andare oltre lo schermo, di dilatare completamente i propri sensi, di saper immaginare un finale diverso da quello proposto e, soprattutto, di accogliere qualsiasi insegnamento e applicarlo adeguatamente nel proprio cammino.
Miriam Galgano