La 27enne lucana: «Finalmente, sto imparando ad acquisire piena consapevolezza del mio corpo»
«Ho sempre avuto un rapporto odi et amo con il mio corpo: il più delle volte, le mie insicurezze fisiche mi hanno portata a escludere capi di abbigliamento che avrei tanto voluto indossare, ma di cui mi sono privata solo per la sciocca convinzione che le mie forme si sarebbero potute adattare ben poco a un determinato vestiario». Lo afferma la 27enne lucana Rossella, che è riuscita a stravolgere la sua vita positivamente, partendo proprio dall’accettazione e dalla valorizzazione della sua morbida fisionomia. Un approccio, questo, che oggi si sta sempre più diffondendo nella nostra società e che va sotto la denominazione di “Body Positivity”. Normalizzare qualsiasi corporatura, indipendentemente dalla circonferenza del bacino o dalla taglia dei jeans, differenziando la bellezza dei corpi in tutte le loro sfumature e condannando qualsiasi forma di “Body Shaming” rientra proprio nell’approccio inclusivo della Body Positivity.
«Solo nel momento in cui ho imparato a trattare con gentilezza la vecchia Rossella – prosegue la 27enne – ho capito che avrei potuto dar spazio a una versione migliore di me. C’era del potenziale: in fin dei conti, ognuno di noi ne ha a sufficienza per poter crescere e progredire. Eppure, sembra che delle volte ce ne ricordiamo a malapena». La vera svolta nel percorso di miglioramento di Rossella risale circa a un annetto fa quando, per la prima volta, riesce a mettere da parte le sue insicurezze e a uscire dalla sua comfort zone, intraprendendo un percorso di benessere psico-fisico presso il centro di personal training “Empatia” di Antonio Tarulli. «Assieme al mio personal trainer di riferimento Salvatore, sto portando avanti un percorso in un luogo diventato ormai casa. Non si tratta solamente di “attività fisica”: grazie al loro costante supporto, sto imparando ad acquisire piena consapevolezza del mio corpo rispettando i miei tempi perché, quando hai accanto persone che ti supportano e credono in te, diventa tutto più leggero. Ho la fortuna di avere al mio fianco persone autentiche e belle dentro, con una mentalità super aperta e con la capacità di insegnarmi quanto sia importante saper sempre guardare oltre».
Oggi, purtroppo, migliorare per se stessi e non per gli altri diviene sempre più difficile se si prende in considerazione il ruolo predominante dei social nell’imprimere un’idea di impeccabile perfezione che entra in conflitto con quel sentimento di autenticità presente in ognuno di noi. C’è chi cerca disperatamente di seguire una dieta drastica prima dell’estate o chi acquista la “crema miracolosa” che elimina tutti gli inestetismi perché così hanno suggerito i “guru dei social”, meglio conosciuti come influencer. C’è chi, ancora, finisce col paragonare la sua fisionomia a un selfie ritoccato grazie all’abuso di Photoshop, generando in sé un forte senso di frustrazione e di fallimento per il semplice fatto di non sentirsi all’altezza e di non poter essere accettati nella società.
Nel mare magnum di “scatti fake” che mostrano un’apparente idea di felicità assoluta c’è chi, invece, riesce a fare la differenza mostrandosi in tutta la sua “perfetta imperfezione”, come la modella statunitense Ashley Graham, divenuta un altro tassello fondamentale nel percorso di Rossella, che aggiunge: «Ho sempre ammirato Ashley: la sua spontaneità, il suo mostrarsi senza timore, la bellezza dei suoi selfie senza filtri, è letteralmente una dea. Secondo me, la bellezza è questa: naturalezza e spontaneità. Di fronte a un’idea distorta che i social hanno creato della realtà, mi sento in dovere di consigliare alla verde età di non paragonarsi a nessuno. Ognuno di noi è unico a modo suo e va benissimo così. Non sarà mai una taglia a determinare la nostra persona, non sarà il colore dei capelli, la forma del naso o i brufoli che si cerca in tutti i modi di coprire con Photoshop o con il correttore più costoso. Siate in continuo miglioramento, ma solo per voi stessi e mai per far felice chi vi circonda o per assomigliare a qualcuno. E, soprattutto, circondatevi di persone vere: imparate a distinguere chi cerca di tirar fuori il meglio di voi da chi, invece, continua a essere fedele al culto di una perfezione inesistente».
RIEDUCARE ALL’IMPERFEZIONE
Oggi Rossella brilla di luce nuova: sta imparando a prendersi cura della sua persona nella sua interezza, ad abbracciarsi di più quando pensa di non farcela e, soprattutto, a sentirsi libera di non nascondere quelle impercettibili imperfezioni che la rendono unica e speciale. Occorrerebbe, dunque, reimpostare una modalità di educazione all’imperfezione che allontani definitivamente il concetto che non si possa fallire e che bisogna necessariamente essere sempre dannatamente impeccabili in ogni momento della nostra vita. Le imperfezioni sono le uniche che consentono un’esplorazione senza compromessi della nostra individualità: saperle riconoscere senza cadere nella trappola dei giudizi altrui può essere di fondamentale importanza per rintracciare la nostra autentica “Body image”.
Miriam Galgano