“Sursum corna!” (in alto le corna) suona come un monito per chi crede ancora nella favola romantica “sursum corda!” (in alto i cuori!). Uno spaccato della società fine anni 60 ci trasporta nella società moderna attraverso la metafora della transitività. La fedeltà è divenuta quasi un optional in un’era in cui il sesso è sinonimo di consumismo. Eppure il lieto fine della commedia ci trasmette un senso di nostalgia verso quei valori ormai demodé. E allora “in alto i cuori!” è l’augurio verso cui brinda in segreto anche il più incallito don Giovanni.
La commedia in due atti in vernacolo materano “Chèrn i attìrn attìrn” (Corna e dintorni) scritta da Pietro Lavecchia con l’adattamento di Antonio Lifranchi che si terrà a Matera il 10 settembre, ad opera della compagnia teatrale “libero Teatro” presso il Cine Teatro “Guerrieri”, è ambientata nella Capitale europea della Cultura 2019, allora stigmatizzata come “vergogna nazionale”, nel pieno della contestazione giovanile. In questa cornice si muovono i due protagonisti: Eustachio e Brunella che vivono il loro ménage coniugale in modo noioso e stanco aggravato dall’assenza di figli. Lui è un uomo sprovveduto, un contadino di fiducia di un ricco barone del Metapontino. Vive quasi sempre in campagna per sfuggire alle continue profferte amorose della moglie e alla sua pedanteria. Lei è una donna grintosa, mediamente istruita che sta assorbendo lo spirito innovativo di questo periodo partecipando attivamente al movimento femminista. L’indifferenza del marito la spinge a rivendicare una maggiore libertà sessuale. I due, fin dall’adolescenza, si piacciono subito e si sposano precocemente. Dopo qualche anno la passione si attenua e i litigi aumentano. Al culmine della crisi, Bruenella per salvare il matrimonio, chiede consigli all’avvocato Pietro Montemurro, fratello di una delle due amiche del cuore. Su suo suggerimento i due decidono di trasferirsi in campagna dove lavora Eustachio per un periodo di prova in una casa del barone messa a loro disposizione. Decisamente il loro rapporto migliora ma nel frattempo all’orizzonte si addensano fosche nubi.
La regista della commedia, Vita Malvaso, diraderà le nubi con le sua maestrìa per cui le abbiamo rivolto alcune domande.
- La commedia è ambientata a Matera tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70 nel pieno della contestazione giovanile. Lei, in qualità di giovane ragazza, vissuta in quel periodo storico ha aderito allo spirito innovativo dell’epoca?
Sì, ma non in toto poiché tutto dipendeva dal ceto sociale e dal contesto familiare in cui si viveva. La mia famiglia non mi ha bloccato ma non mi ha lasciato spazio per aderire alle iniziative del momento, anche se io avrei voluto partecipare perché il cambiamento sociale dell’epoca mi stimolava.
- Nel repertorio della compagnia teatrale “Libero Teatro” di Matera figurano ben 7 commedie. Dopo due anni di pausa, è stato difficile riprendere le redini nella fase post-pandemia?
Non è stato molto difficile perché gli attori che fanno parte della compagnia teatrale “Libero Teatro” hanno la passione per il teatro e sono dotati di spirito artistico. Noi tutti abbiamo cercato uno spazio aperto, ci siamo muniti di mascherine e abbiamo fatto le prove. Non ci siamo lasciati intimorire dalla pandemia e abbiamo continuato con la stessa grinta di sempre.
- La grinta che la spinge ad andare avanti è la stessa che ha voluto infondere alla protagonista della commedia, imperterrita femminista?
Certamente. In qualità di persona che dirige la commedia ho effettuato una scelta oculata dei personaggi, ma soprattutto ho cercato di inculcare nella protagonista, Brunella, la voglia di andare avanti con la stessa grinta che ho ereditato dal periodo storico in cui ho vissuto la mia giovinezza. Tutti i personaggi sono riusciti a calarsi nel ruolo con determinazione ed entusiasmo, sia coloro che hanno recitato alcune parti lunghe sia coloro che hanno avuto parti più brevi ma non meno impegnative.
E noi li citiamo volentieri: Brunella, moglie di Eustachio (Brunella Andrisani), Eustachio, uomo di fiducia del Barone (Antonio Lifranchi), Avvocato Pietro Montemurro (Pietro Lavecchia), Minch, compare di Brunella (Eustachio Nicoletti), Barone e proprietario terriero (Giampiero Francavilla), Dottore di fiducia (Carlo Gaudiano), Concetta Moglie di Vincenzo (Angela Menchise), Vincenzo, salariato (Vito Vizziello), Addolorata, sorella dell’avvocato (cOncetta Loscalzo), Gaia, amica di Brunella (Maria Pia Montesano), Sorella muta di Brunella ( Valeria Santeramo), Narrazione in scena (Antonietta Guida).