Dietro ogni nome c’è una storia, e così vale anche per i nomi delle nazioni. A 160 dall’Unità d’Italia, sappiamo con certezza che il nome Italia è molto più antico e diversi sono gli studi e le ipotesi riguardo la sua etimologia.
Il nostro Paese è stato abitato da etnie di ogni tipo, trovandosi in una posizione geografica particolarmente aperta ad accogliere popolazioni provenienti da altri territori.
Non sorprende quindi come, in questo mix culturale ed etnico, gli studiosi non riescano ad accordarsi definitivamente su una visione univoca per quanto riguarda l’etimo della parola Italia.
L’ipotesi più accreditata è quella che fa risalire il nome Italia ad un sovrano della regione che in antichità era abitata dagli Enotri. Questa popolazione occupava principalmente l’Italia del sud, in particolare la Calabria, fino ad espandersi più a nord. L’area d’influenza di questo popolo venne chiamata Italia proprio in virtù del suo sovrano, Italo.
Nell’antichità, storici come Tucidide e Antioco di Siracusa riferivano all’Italia come terra degli Enotri, che occupavano quella che ora è appunto la Calabria, quest’ultimo infatti scrisse: «La regione, che ora chiamasi Italia, anticamente tennero gli Enotri; un certo tempo il loro re era Italo, e allora mutarono il loro nome in Itali; succedendo ad Italo Morgete, furono detti Morgeti; dopo venne un Siculo, che divise le genti, che furono quindi Morgeti e Siculi; e Itali furono quelli che erano Enotri».
Questa però è solo uno dei possibili perché.
Altri storici e linguisti invece fanno risalire l’origine del nome al vocabolo greco Italòs, che significa “toro”. La Calabria era anche abitata dai Vituli, che veneravano il toro ed era per loro un animale sacro. Alcuni studiosi sostengono quindi che le popolazioni provenienti dal mare chiamassero Italoi le popolazioni di terra, facendo riferimento alla venerazione del toro sacro. La maggior parte degli studiosi concordano sul fatto che inizialmente con “Italia” si intendesse solo la parte meridionale della penisola, in particolare proprio la Calabria.
Il nome, che designava prima l’estremità meridionale della Calabria, si estese poi alla zona dell’odierna Puglia e Campania. Quando poi nel terzo secolo avanti Cristo tutta la penisola fu amministrativamente unificata sotto la dominazione romana, abbracciò quasi tutta la zona odierna in cui abitiamo.
Nel corso della storia non ha una vita facile, ma tormentata come quella della stessa idea di Italia. A volte il nome scompare in alcune regioni, a volte è «dimezzato» (solo per indicare la parte settentrionale della penisola), altre volte viene sostituito. I Goti per esempio cercarono di cambiarlo con Gothia, i longobardi con quello di Longobardia. Solo nel corso del 13esimo secolo, spiega la Treccani, la suddivisione geografica d’Italia si fa più precisa, e si arriva all’affermazione solenne di Dante, che, «oltre a delimitare i confini con assoluta precisione geografica, riconosce l’unità linguistica, storica e culturale dei suoi abitanti, cioè l’unità nazionale dell’Italia. Da allora il concetto d’Italia rimane immutato».
Tutte queste culture così diverse fra loro hanno in comune il fatto di aver calpestato lo stesso terreno e che ci hanno portato fin qui, a chiamare la nostra terra Italia.