Per ricercare le origini della Giornata Mondiale degli animali dobbiamo tornare indietro nel 1925, quando un gruppo di attivisti tedeschi (il cui promotore principale è lo scrittore ed editore tedesco Heinrich Zimmermann) organizza un evento per sensibilizzare sulla protezione degli animali in tutto il mondo. I primi anni successivi a quella data, la ricorrenza trova grande seguito solo nei Paesi del Nord Europa, sino a quando nel 1931, a Firenze, durante un Congresso internazionale sulla protezione degli animali, si decide di stabilire una data universale, il 4 Ottobre, nel giorno della festa di San Francesco, santo patrono degli animali, proprio per la sua capacità di parlare con loro.
Da allora, sono stati molti i trattati internazionali nati per proteggere gli animali o tutelare quelli in via d’estinzione. Tra questi la più recente (del 2010) è la Convenzione sulla diversità biologica delle Nazioni Unite, ratificata da tutti i Paesi membri tranne gli Stati Uniti, che ha definito 20 obiettivi per porre un freno alla perdita di biodiversità. La cattiva notizia è che abbiamo fallito. Nessuno dei 20 obiettivi è stato pienamente raggiunto e solo 6 sono stati raggiunti parzialmente. La Convenzione è rimasta un promemoria sulla necessità di ripensare il nostro modo di crescita, produzione e vendita.
L’obiettivo originario della kermesse era quello di tutelare le specie a rischio estinzione. Con gli anni, però, la manifestazione ha assunto anche altri significati, complementari al proposito iniziale. Tra questi, l’idea di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli animali e della loro tutela attraverso lo sviluppo di una “cultura compassionevole che si nutra di riforme legali e progressi sociali per rendere questo mondo un luogo più giusto per tutte le creature viventi”. L’impatto dell’azione umana sugli animali, infatti, è significativo e può influenzare profondamente la loro esistenza. Ecco perché è fondamentale che il loro status venga riconosciuto, ma anche che si traduca in una efficace azione di salvaguardia. L’evento, giunto in questo 2020 alla sua 89esima edizione, ha come obiettivo la sensibilizzazione sulla salvaguardia degli esseri viventi, con una attenzione particolare nei confronti delle specie a rischio.
Infatti, molte specie che prima erano comuni stanno diventando sempre più rare e più vulnerabili, come le giraffe, che negli ultimi 30 anni sono diminuite del 40% o la focena – un piccolo delfino – di cui restano soltanto 12 esemplari in tutto il mondo e le farfalle e falene di cui il 53% delle loro specie ha di recente registrato un forte declino. Secondo l’IPBES, circa un milione di specie viventi (su un totale stimato di oltre 8 milioni) rischia di sparire per sempre. Mentre il WWF sottolinea che tra il 1970 e il 2016, a livello globale le popolazioni di quasi 21.000 specie di mammiferi, pesci, uccelli, rettili e anfibi si sono ridotte del 68%.
La salute degli ecosistemi da cui dipendiamo noi e tutte le altre specie si sta deteriorando rapidamente e cambiare le nostre abitudini di vita in un’ottica più sostenibile, diventa sempre più urgente.