La Basilicata, da regione Covid free a terra di nuovi focolai. La tanto agognata terra promessa, trasformata in terra di fuoco.
Dopo i due mesi di lockdown abbiamo ripreso le redini della libertà che abbiamo tanto sognato. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha cambiato profondamente le nostre vite, le nostre abitudini e adesso, oltre al cellulare abbiamo un altro oggetto che è sempre con noi. La mascherina. O meglio così dovrebbe essere. Da Marzo ad oggi la Basilicata ha saputo contenere i contagi ed è stata una delle regioni più vicine al Covid free, con intere settimane nelle quali sono stati registrati contagi 0.
Ma negli ultimi dieci giorni, la situazione è cambiata, tanto che Venosa e Melfi sembrano essere diventati due possibili focolai. Aumentano i numeri dei tamponi processati e aumentano anche i contagiati. Le cause sono le più disparate, dalle ferie estive passate in qualche località esotica a feste e ricevimenti, dove ovviamente si riunisce la famiglia. Per queste occasioni si chiamano anche i parenti lontani e quindi viaggi e nuove possibilità di contrarre l’infezione da Covid-19.
Abbiamo abbassato la guardia e adesso i contagi tornano a salire. Vero è che molti dei contagiati risultano essere asintomatici e quindi non in pericolo di vita ma, i due mesi di buoi e tutti i sacrifici fatti sembrano essere stati dimenticati troppo in fretta. Il bollettino della task force regionale parla chiaro, troppi contagi legati a futili motivi, alla eccessiva leggerezza che ci siamo concessi durante i mesi caldi. Il mostro Covid-19 sembrava essere un ricordo lontano, ma nelle ultime ore è tornato a far tremare la Basilicata.
Sembra di giocare a guardie e ladri fra strette delle regioni e del governo per infondere una maggiore responsabilità nei cittadini sovversivi. L’economia doveva ripartire, abbiamo pianto per i morti, poi abbiamo pianto per le attività che non sono riuscite a rialzare la serranda, ma tutto questo non ci impedisce di essere irresponsabili. Sono proprio i più giovani ad essere maggiormente contagiati, perché non si riesce a dire di no alla movida. Riparte quindi questo giro di giostra che si allarga e i contagiati aumentano.
Nel resto dell’Italia vengono disposti tanti lockdown per zone circoscritte, le notizie corrono ma il buonsenso non tiene il passo. Da una parte quelli che hanno lottato in prima linea contro il Covid e che ne sono usciti, anche se con grande difficoltà e quelli che a causa di questa emergenza sanitaria hanno perso i propri cari. Dall’altra parte quelli che negano l’esistenza del virus, che istituiscono movimenti contro le norme precauzionali prese dal governo. Un esempio è il gruppo dei no masck, che rifiutano categoricamente l’utilizzo delle mascherine. Intanto i contagi aumentano, alcuni centri commerciali rivedono gli orari di apertura al pubblico, l’uso della mascherina torna obbligatorio anche negli spazi aperti e c’è chi ancora non comprende la gravità della situazione.
Giocare al gatto col topo sembra sia una nuova moda, intanto siamo tornati a sognare gli abbracci e rivendendo video di molti mesi fa, ci rendiamo conto che stavamo vivendo una libertà che ci ha viziati, che non ci siamo guadagnati e che ora cerchiamo in maniera sovversiva. Ma il bollettino parla chiaro e i contagi aumentano e la realtà è che siamo chiamati a fare soltanto una cosa e non è solo mettere la mascherina o usare prodotti a base alcolica per disinfettare le superfici. Quello che dal primo istante siamo stati chiamati a fare, è fare uso del nostro buonsenso. Temere la morte e scegliere la vita per noi e per gli altri. Tutto si riduce a questo. Non ci hanno chiamati sul fronte, non ci hanno rinchiusi in una cella, ma ci hanno chiesto di ragionare per tutelare il fondamentale diritto alla vita. Un diritto che ci spetta per nascita e che bisogna tutelare.
La triste verità che emerge da tutti questi piccoli casi, da questi cerchi concentrici che aumentano di diametro, è che senza un guardiano non ci applichiamo neppure a salvaguardare noi stessi. E intanto i contagi aumentano.