…Che la pandemia avrebbe operato un miracolo sul genere umano era una favola bella a cui nessuno ha mai creduto. Forse per questo odiavo così tanto quella ninna nanna pubblicitaria che echeggiava puntualmente in TV, in cui una voce innocente affermava che ci eravamo allontanati per proteggerci gli uni gli altri. Penso che questo tsunami abbia alimentato soltanto la smania del protagonismo. Il clima disfattista e pieno di alternative contrarie ne è testimone. Da una parte i nichilisti che negano la presenza del virus e che si ritengono vittime di un sistema che li vuole soggiogare e dall’altra parte gli allarmisti che predicano una seconda inevitabile ondata. Il lockdown che ha suscitato la protesta di chi vede allo scatafascio la propria attività economica e non riesce a ripartire ingloba i malumori dell’opposizione politica. Nessuna unità, dunque, nel panorama politico, neanche di fronte ad uno scenario apocalittico. Siamo di fronte ai dilemmi amletici: “La salute prima di tutto o era meglio garantire il cespite economico?” Forse vogliamo entrambe le cose perché siamo incontentabili e da venerandi esseri umani ce la prendiamo con chi non soddisfa le nostre pretese. La giustizia veglia su di noi o è un’architettura umana a cui anche Dio sembra indifferente? Se ai detenuti è stato garantito il diritto alla salute come mai non è stato garantito lo stesso diritto agli anziani? Il virus non esiste più clinicamente come afferma il primario di anestesia e rianimazione dell’Ospedale San Raffaele da Milano, Alberto Zangrillo, oppure l’attenuazione è dovuta alle restrizioni imposte dal lockdown come replica il primario del reparto Malattie infettive presso l’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli? Intanto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, afferma che le mascherine chirurgiche possono essere utilizzate anche per un uso prolungato da 2 a 6 ore ma non ci sono evidenze che ne garantiscono il riutilizzo in sicurezza. Nulla è certo. A settembre gli alunni rientreranno in sicurezza nelle aule, separati da divisori in plexiglass, imponendo una barriera all’area di socializzazione o si dovrà impedire questo sviluppo anomalo degli adolescenti? La didattica a distanza ha sviluppato le potenzialità dei digital natives facendo conoscere nuovi canali di comunicazione agli alunni dsa, oppure ha avuto un effetto deleterio? Gli insegnanti sono felici di poter gestire la scuola come comunità in un momento così difficile, comodamente da casa, oppure sono esausti ed invocano la didattica in presenza? Per evitare la formazione di classi pollaio si dovranno assumere i docenti precari o sarà più legittimo garantire il diritto all’insegnamento tramite concorso? Siamo in un’Italia di ripartenza o di eterni dilemmi irrisolti?